Non so se vi siete accorti che la posta dall’inizio dell’anno arriva a singhiozzo. Anzi per certi versi non arriva proprio.

Poi se andate in qualsiasi agenzia postale ci sono due sportelli aperti e lunghe attese che creano sempre disagi nei clienti e anche nei poveri dipendenti presi di mira come se il caos e le attese dipendessero da loro.

La risposta a tutto questo caos c’è. Ad inizio d’anno sono andati in pensione a Palermo e provincia 260 tra portalettere e sportellisti.

L’azienda non li ha ancora sostituiti, nemmeno con assunzioni a tempo determinato e part time come ormai fa spesso.

L’effetto è che i tanti clienti che per pagare un bollettino o spedire un pacco devono attendere ore prime di uscire da qualsiasi agenzia.

I direttori allargano le braccia. E a microfoni spenti dicono che l’organizzazione dei servizi, specie in quest’ultimi anni, ha diverse lacune.

E dire che Poste Italiane è una delle aziende più forti economicamente. I risparmiatori italiani hanno riposto nell’ufficio postale maggiore fiducia e portano qui i loro risparmi. Di contro però i servizi sono davvero carenti. Soprattutto in questi ultimi mesi.

Peggio ancora dall’inizio dell’anno. “In effetti l’esodo c’è stato – dice Maurizio Affatigato della Cisl – Adesso aspettiamo dall’azienda i numeri delle prossime assunzioni. Nei prossimi giorni ci sarà un incontro e vederemo quali le iniziative da intraprendere”.

“Stiamo assistendo al logoramento delle lavoratrici e dei lavoratori, negli Uffici la situazione sia diventando insostenibile e rischia di aggravarsi, di mese in mese, sempre di più – aggiunge Affatigato – Giornalmente accade che si effettuino decine di distacchi, spesso con disagi non indifferenti e spesso anche ai limiti del regolamento in vigore, per garantire l’apertura di qualche ufficio. Si fa un uso spropositato di straordinario per sopperire alla carenza di personale.

Pensiamo che queste non siano le soluzioni, basterebbe la trasformazione dei tanti colleghi pari lime a full time, attuare la mobilità nazionale e le assunzioni promesse.

Risulta evidente che ci apprestiamo ad un confronto molto complicato, ma qualora non si determinasse un cambiamento di rotta nel l’affrontare le criticità sopra esposte e se si dovesse continuare con la volontà aziendale di negare le fattive esigenze del territorio, la scrivente si vedrà costretta suo malgrado a intraprendere ulteriori azioni sindacali mobilitando la categoria”.