La variabile Cuffaro ha scompaginato il quadro politico. Totò “is back”  e alle elezioni amministrative del prossimo 12 giugno, tornata con all’orizzonte Palazzo d’Orleans, si dovranno fare i conti con la capacità di consenso dell’ex presidente della Regione siciliana. Piaccia o non piaccia. Ne parliamo oggi a Casa Minutella con Cuffaro, Mario Barresi (La Sicilia di Catania), Francesco Bianca (Adnkronos) e Manlio Viola (direttore di BlogSicilia).

Cuffaro, “il mio sogno è rifare la Democrazia Cristiana”

Dopo la parentesi della condanna e il periodo della carcerazione, Cuffaro appare un uomo nuovo. Ha un sogno e lo manifesta pubblicamente: “I o e tanti palermitani e siciliani onesti abbiamo un sogno che comincia a realizzarsi, rifare la Democrazia Cristiana”. E così è stato. La nuova Dc è nuovamente in lizza. Cuffaro ha un obiettivo: riportare lo scudo crociato a Palazzo dei Normanni, per poi passare la mano e dedicarsi alla missione in Burundi.

L’anatema dell’antimafia

L’accoglienza, da parte della cosiddetta antimafia militante, non è stata delle migliori. Era facile da prevedere. La partecipazione della Dc di Cuffaro alla vita politica regionale è stata stigmatizzata da ex magistrati, parenti delle vittime di mafia, giornalisti e attori. Di sponda viene colpito anche Roberto Lagalla, candidato sindaco del centro destra a Palermo. Nota a margine: come mai le polemiche di Palermo non hanno lo stesso eco a Messina? Anche lì la Dc di Cuffaro è in corsa per le elezioni.

Gli attacchi a Cuffaro si sono concentrati nella giornata in cui tutta Italia ricordava il sacrificio di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e degli uomini della scorta, Antonio Montinaro, Rocco Di Cillo e Vito Schifani.

Pif, solo un cretino può farsi appoggiare da Cuffaro

Il commento più acre è scaturito da Pif, l’ex Iena ormai votata al cinema e alla scrittura. Pierfrancesco Diliberto ha scagliato il suo anatema anti Cuffaro dal palco del Foro Italico:  “Avvertenze ai candidati: io mi posso candidare alle elezioni, tutti si possono candidare, Totò Cuffaro no. Perché anche se è uscito dal carcere lo Stato italiano ha detto “tu sei così pericoloso che non ti puoi candidare più”. Solo un cretino può pensare che non ci sia niente di male a farsi appoggiare da Cuffaro. Siccome io sono convinto che non sono cretini, ma sono intelligenti, io vorrei chiedere: “come vi viene in mente?”.  Duro, ma neanche troppo se pensiamo che soltanto cinque anni Pif aveva paragonato Cuffaro all’Anticristo. Politicamente parlando, si intende.

La variabile Cuffaro, il giudizio di Giovanni Fiandaca

Insomma, il ritorno di Cuffaro fa discutere, fa penare, fa arrabbiare i duri e puri dell’antimafia. Non basta neanche l’analisi di un fine giurista come Giovanni Fiandaca:  “una condanna penale, anche per un reato di mafia, non comporta affatto un giudizio di perpetua indegnità morale o di perpetua inaffidabilità sociale o politica della persona condannata”, aggiugendo poi che “l’articolo ventisette della Costituzione attribuisce alla pena, come scopo principale, una finalità rieducativa, o risocializzatrice, o riabilitativa che dir si voglia, per cui l’obiettivo ultimo a cui tende la Costituzione è il cosiddetto reinserimento nella società libera della persona condannata, nel presupposto che l’avere scontato la punizione possa avere l’effetto di educare la persona punita al rispetto dei valori fondamentali della convivenza”.

La vigilia della finalissima Palermo Vs Padova

Nella seconda parte della puntata di Casa Minutella spazio allo sport. Siamo a pochi giorni dalla finalissima che assegnerà la promozione nella serie B di calcio ad una tra Palermo e Padova. Affronteremo questa attesa in compagnia di Gaetano Lombardo (responsabile comunicazione del Palermo calcio) e Dante Piotto (addetto stampa del Padova Calcio).

Casa Minutella è in diretta, a partire dalla 14,45 su BlogSicilia.it e Video Regione, canale 14 del digitale terrestre.