Protesta degli ambulanti del pesce di Termini Imerese, che hanno occupato, in maniera del tutto pacifica, la sala consiliare del comune della cittadina palermitana.

Chiedono l’incontro con il sindaco, Maria Terranova, dopo lo stop decretato da un’ordinanza alle pescherie ambulanti, in vigore dal 5 aprile. In pratica, niente più concentrazione nella zona Largo Mercato Ittico e di conseguenza anche nelle altre parti della città. Ai trasgressori, saranno inflitte pesanti multe. Cosa che, ovviamente, non ha fatto piacere agli ambulanti, che così andrebbero fortemente in crisi.

L’occupazione

Proprio per questo, anche se in maniera del tutto pacifica, c’è stata l’occupazione in Comune (con loro il consigliere comunale Anna Chiara) per capire le ragioni di questa misura. Gli ambulanti sono fermi dallo scorso lunedì. La protesta va avanti da qualche giorno.

L’ordinanza

Si tratta di un’ordinanza, quella del comune di Termini Imerese, sperimentale, che avrà la durata di sei mesi. Per le motivazioni si leggono quella del “decoro urbano” e della salvaguardia del patrimonio storico. La fase sperimentale (che sarà comunque prorogabile) servirà a valutare il livello operativo di tutti gli aspetti coinvolti, in termini di sicurezza, decoro, viabilità, opportunità economica e sociale.

Le operazione nel Palermitano

Gli ispettori del reparto operativo della guardia costiera di Palermo hanno sequestrato 300 chili di prodotti ittici, ed accertato diversi illeciti amministrativi, elevando sanzioni amministrative per un totale di  6 mila euro, nei confronti di tutte le pescherie ambulanti che si trovano negli stalli assegnati dal comune di Palermo nei mercati rionali.

Sono stati effettuati approfonditi controlli a sette attività commerciali e sono state riscontrate irregolarità nella documentazione che attesta la tracciabilità del prodotto in vendita.  Sono stati sequestrati 270 chili di pesce e 15 chili di novellame di sarda e 15 chili di novellame di tonno rosso.

Il prodotto sequestrato è stato dichiarato, dai medici veterinari dell’Asp, idoneo al consumo alimentare umano e devoluto in beneficenza alle strutture caritatevoli della città.

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