Prove tecniche di rimpasto alla Regione siciliana. Le tensioni e gli ‘incidenti di percorso‘ delle ultime settimane, pongono le basi per tornare a parlare di un cambio in corsa fra gli assessori di Renato Schifani. Un cambio che il Presidente della Regione auspica da qualche tempo perché alcuni degli uomini che gli sono stati suggeriti con enfasi se non imposti proprio non gli vanno giù. Ora i motivi ci sono tutti e il rimpasto potrebbe anche rappresentare un necessario cambio di passo nell’azione del governo ingessata sulle vendette trasversali che causano bocciature e ritardi.

Mal di pancia noti e meno noti

Che nella maggioranza ci siano diversi mal di pancia è cosa nota ma Fratelli d’Italia non ci sta a fare il capro espiatorio per la bocciatura della norma sulle province di qualche giorno fa. E fa notare che oltre ai malumori noti ce ne sarebbero anche altri fino ad ora non intercettati.

Voto o rinvio per le province

Nell’attesa di una riproposizione della riforma delle province, sale il dibattito sulle elezioni di secondo livello. Adesso anche frange di Forza Italia (da ultimo il sindaco di Misterbianco e responsabile Enti Locali di Forza Italia a Catania e uomo vicino all’assessore Marco Falcone) dicono sì ad un voto per dare consigli e presidenti agli organi intermedi facendo votare solo consiglieri eletti senza chiamare alle urne tutti i siciliani così come prevede la legge Delrio ancora in vigore anche se tutti dicono di volerla abrogare.

Fine settimana di riflessione dopo l’incontro con gli ex Presidenti

in questo clima Schifani ha già incontrato, oltre Galvagno che è sì un esponente di Fratelli d’Italia ma che è soprattutto Presidente dell’Ars e dunque istituzione, prima il segretario della dc Totò Cuffaro, poi il fondatore di MpA Raffaele Lombardo. i due ex presidenti sulle elezioni di secondo livello sono di parere opposti. Cuffaro dice no, Lombardo dice sì.

Oggi e domani pausa di riflessione, incontri interni ai partiti e consultazioni informali. Da lunedì altre consultazioni di Schifani e poi si vedrà. Di certo dovrà essere un rimpasto ampiamente condiviso per farlo subito ed evitare ripercussioni in vista delle elezioni europee. Se così non dovesse essere allora si potrebbe, ancora una volta, rinviare tutto all’estate dopo che i partiti si saranno contati anche se le Europee sono elezioni abbastanza anomale e difficilmente forniscono indicazioni politiche

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