Un rimpasto nella giunta di governo per ridistribuire compiti e responsabilità e superare le tensioni nel Centrodestra. E’ la “pazza idea” che circola nella maggioranza che sostiene Renato Schifani. Una idea che al governatore potrebbe andare a genio anche perché messa sul piatto oggi potrebbe spegnere i venti di crisi e rinviare tutte le questioni a dopo le Elezioni Europee. Si perché lo scontro in atto nel centrodestra porta con se una serie di rischi legati proprio al come ci si presenterà alle urne.

Lunga partita a scacchi

È una lunga partita a scacchi quella iniziata alla Regione Siciliana, in questi giorni febbrili culminati con la bocciatura della riforma delle province all’Ars con almeno 11 franchi tiratori. E la prima contromossa dovrebbe essere quella di un rimpasto per serrare le file nella maggioranza nel centrodestra alla Regione Siciliana.

Iniziati colloqui nelle scorse ore proseguiranno

Dopo il Ko in aula, il presidente Renato Schifani ha iniziato ieri una serie di colloqui con i leader della maggioranza. Il governatore è in cerca di una soluzione. Insomma, vere e proprie prove tecniche di “pace armata”. Gli incontri “bilaterali” proseguiranno anche lunedì. Nei giorni successivi il presidente convocherà tutti i segretari di partito. Nel fine settimana, invece, si terranno consultazioni informali interne ai partiti in  vista degli incontri

Schifani e Galvagno a colloquio privato

Le prime indicazioni sono arrivate dopo l’incontro riservato tra il governatore ed il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno che si è tenuto ieri mattina che è servito a manifestare all’esterno la sintonia con una delle punte di Fratelli d’Italia, il partito che più di tutti avrebbe contribuito alla bocciatura della legge. Dieci giorni fa i franchi tiratori che permisero di bocciare la norma salva ineleggibili sarebbero stati soprattutto in casa Lega e qualcuno in casa Dc ma secondo i meloniani ce ne sarebbero stati anche in casa degli azzurri. Nella bocciatura della riforma delle Province i franchi tiratori sarebbero tutti FdI ma proprio questa ricostruzione è stata azzerata nell’incontro Schifani Galvagno nel quale si è ribadito il “solido rapporto tra le due istituzioni” e si è convenuto sul fatto che “la mancanza dei voti necessari per l’approvazione del disegno di legge fosse imputabile a più forze politiche e non a un solo gruppo parlamentare”.

Ma Schifani ha anche dato un avvertimento alla coalizione “nel caso in cui fatti del genere dovessero ripetersi, verranno assunte decisioni politicamente importanti”.

Schifani ha incontrato Cuffaro

A seguire il presidente della Regione Siciliana ha incontrato a Palazzo d’Orleans il segretario nazionale della nuova Democrazia Cristiana, Salvatore Cuffaro, per un’analisi dell’attuale situazione politica avviando, così, il percorso alla ricerca di una difficile quadratura del cerchio visto che proprio FdI e Dc sono su fronti opposti all’interno della coalizione.

Oggi il colloquio con Lombardo

E proseguendo lungo questa scia oggi colloquio Schifani-Lombardo per un’analisi dell’attuale situazione politica. Lombardo ha ribadito il pieno sostegno e convincimento al ripristino dell’elezione diretta nelle ex Province e si è detto favorevole, nell’attesa della riforma a livello nazionale, dell’applicazione della legge Delrio con l’elezione di secondo livello per mettere fine alla lunghissima stagione dei commissariamenti negli enti. Schifani e Lombardo hanno concordato anche sulla creazione di un apposito tavolo di confronto, tra i leader della maggioranza, che si riunisca periodicamente per discutere e condividere l’azione di governo a supporto del presidente della Regione. Affrontato anche il tema della parcellizzazione degli interventi, inseriti in Aula attraverso centinaia di emendamenti dei parlamentari durante le manovre finanziarie, con l’auspicio di una limitazione degli stessi

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