Prove tecniche di pace armata nel centrodestra siciliano. Dalla guerra sotterranea alla guerra fredda: è il primo tentativo di far tornare se non il sereno quantomeno un tempo accettabile nella coalizione dopo la bocciatura della riforma delle province ieri all’Ars con almeno 11 franchi tiratori.

Schifani e Galvagno a colloquio privato

A Palazzo dei Normanni il colloquio riservato tra il presidente dell’Assemblea regionale Gaetano Galvagno e il governatore della Regione siciliana Renato Schifani. Proprio Fratelli d’Italia, infatti, è il partito principale indiziato dello sgambetto interpretato come una risposta alla bocciatura, dieci giorni fa, del salva ineleggibili, anche quello con diversi franchi tiratori.

Dieci giorni fa i franchi tiratori sarebbero stati soprattutto in casa Lega e qualcuno in casa Dc ma secondo i meloniani ce ne sarebbero stati anche in casa degli azzurri. Ieri i franchi tiratori sarebbero tutti FdI ma il capogruppo Giorgio Assenza smentisce questa ricostruzione e sostiene che hanno votato contro anche pezzi di Forza Italia salvo poi chiedere di procedere ad elezioni di secondo livello in base alla legge Delrio e accantonare per il momento la riforma almeno fino a scadenza nel 2025.

L’esito dell’incontro

“Dal colloquio continua ad emergere un solido rapporto tra le due istituzioni, a differenza di quanto è accaduto, spesso, nel passato più o meno recente” si legge in una nota diffusa al termine dell’incontro privato.

“A proposito del voto di ieri sulle Province, si è convenuto sul fatto che la mancanza dei voti necessari per l’approvazione del disegno di legge fosse imputabile a più forze politiche e non a un solo gruppo parlamentare.
Sia il presidente Schifani che il presidente Galvagno hanno espresso il proprio rammarico per il fatto che i deputati che hanno votato contro il Ddl non abbiamo manifestato il loro intendimento prima del voto d’Aula, fornendo invece ampie rassicurazioni al presidente della Regione, poi smentite dai fatti”.

I due presidenti hanno poi anche concordato sul fatto che incidenti di questo tipo non siano più accettabili, a maggior ragione su temi che rappresentano i pilastri del programma di governo. Il presidente Schifani ha comunicato al presidente Galvagno che, nel caso in cui fatti del genere dovessero ripetersi, verranno assunte decisioni politicamente importanti”.

I coordinatori dei meloniani tentato di aggiustare il tiro

“Ieri si è scritta una delle pagine più tristi della storia del più antico parlamento d’Europa con la decisione di bocciare la legge per le elezioni diretta del Presidente e dei Consiglieri provinciali. Non possiamo, quindi, che esprimere una forte amarezza per quanto accaduto alla luce anche del fatto che questa riforma rappresentava un elemento cardine del programma del governo Schifani per cui abbiamo chiesto la fiducia ai siciliani” dicono Salvo Pogliese e Giampiero Cannella, coordinatori regionali di Fratelli d’Italia per la Sicilia.

“Una riforma necessaria anche per concludere la stagione imbarazzante, avviata dal governo Crocetta, che ha posto a capo degli Enti provinciali dei commissari, freddi burocrati regionali, calpestando il diritto dei cittadini a scegliere i propri rappresentanti e ripagandoli con mancanza di manutenzione nelle scuole, nelle strade, nei territori delle comunità. Fratelli d’Italia – aggiungono – ha lealmente sostenuto questa riforma, anche grazie alla ineccepibile conduzione dei lavori d’aula da parte del presidente Galvagno, che si posiziona nella tradizione politica della destra che sempre si è battuta per le elezioni dirette dei rappresentanti dei cittadini in ogni ordine e grado”.

FdI leale ma serve una riflessione nel Centrodestra

Ma dopo aver rivendicato lealtà si entra nel vivo della questione “Bene ha fatto il capogruppo di FdI all’Ars Giorgio Assenza a sottolineare come questa vicenda merita di aprire nel centrodestra anche una riflessione sull’opportunità di mantenere il voto segreto che crediamo ormai sia anacronistico e soprattutto testimonia come chi ha deciso di affossare la riforma non ha avuto neanche il coraggio e la responsabilità di farlo ‘mostrando il volto’ e motivando le ragioni di questa scellerata decisione”.

Votare con  la Delrio aspettando il ritorno della riforma

E poi l’auspicio già bocciato da Dc e Forza Italia “Auspichiamo che il parlamento possa legiferare nel più breve tempo possibile per immaginare la prima data utile, successiva alle europee, per far tornare i siciliani a scegliere i propri rappresentanti nelle Province ma, nelle more, occorre mettere subito fine all’esperienza commissariale e attuare la legge in vigore che prevede le elezioni di secondo livello negli Enti provinciali” concludono.

Schifani incontra Cuffaro

A seguire il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, ha incontrato a Palazzo d’Orleans il segretario nazionale della nuova Democrazia Cristiana, Salvatore Cuffaro, per un’analisi dell’attuale situazione politica avviando, così, il percorso alla ricerca di una difficile quadratura del cerchi visto che proprio FdI e Dc sono su fronti opposti all’indomani della bocciatura della norma, sul tema delle elezioni provinciali