• La presidente di Vox Populi “Se entro un anno non avrò realizzato tre punti del Patto con i Siciliani, mi dimetterò”
  • “Sono convinta che in politica ci vuole buonsenso”
  • I primi tre punti del Patto con i siciliani “Vita quotidiana dei disabili, alleggerimento burocrazia e utilizzo serio dello Statuto della Regione”

Lucia Pinsone, presidente di Vox Populi, ‘scende in campo’ e prende parte alla lunga maratona per la corsa alla presidenza della Regione che culminerà con le elezioni nel 2022.

L’esponente di Vox Populi, che si era già candidata nel 2017, ha fin da subito sottolineato: “Se entro un anno dall’inizio della legislatura non avrò realizzato tre punti del Patto con i Siciliani, mi dimetterò. Ho appositamente iniziato dalla fine del mio ragionamento politico – chiarisce Lucia Pinsone – perché la notizia della mia candidatura alla Presidenza della Regione potrebbe apparire non diversa da quella di altri che ci riprovano, perfino senza aver dato buona prova di sé, nonostante il tempo trascorso al governo, o almeno nelle sale di Palazzo d’Orleans”.

“In politica ci vuole buonsenso”

“Invece, sono convinta che in politica ci vuole buonsenso, quello mio che di politica mi occupo da sempre e quello delle persone che vivono nelle nostre città e nei nostri paesi, che dei problemi hanno una visione ravvicinata e perciò concreta. Dunque, intorno alcune colonne portanti della mia idea di Regione si costituirà un Patto con i Siciliani che inizierò a sottoscrivere già nei primi giorni di luglio, incontrandoli nelle piazze dei nostri 391 comuni. Tutti avranno la possibilità di agganciare a ciascuna delle colonne portanti i problemi e le soluzioni che riterranno prioritari, con la certezza che entreranno a pieno titolo a far parte del mio patto con loro”.

“Dimissioni se non realizzerò tre punti sul patto entro primo anno di governo”

“Se mi avranno voluta alla Presidenza della Regione, porterò nei palazzi della politica le loro necessità e le loro soluzioni di buonsenso – prosegue Pinsone – ma dico di più: assumo ufficialmente l’impegno di dimettermi nel caso in cui non riuscissi a realizzare tre dei punti del Patto entro il primo anno di governo. Più precisamente, la vita quotidiana dei disabili, l’alleggerimento della burocrazia e l’utilizzo serio dello Statuto della Regione siciliana”.

Sui disabili

“I disabili, se non ce ne fossimo accorti, vivono nel nostro mondo, ovvio quindi che l’amministrazione pubblica ha il dovere di garantire loro assistenza costante, strutture riabilitative gratuite, azzeramento delle barriere architettoniche, presenti perfino negli uffici pubblici”.

Burocrazia da rifondare

“La burocrazia brilla, tra l’altro, per una lentezza, giustificata con la scarsa digitalizzazione, che troppo spesso lascia spazio a clientele e scambi di varia natura. È il momento di riformarla, alleggerendone le procedure, anche con l’aiuto dei fondi in arrivo con il Piano nazionale di ripresa e resilienza”.

Sul lavoro e la sua tutela

“Dello Statuto, certo, va chiesta la piena applicazione dei più che noti articoli 36, 37 e 38, in materia finanziaria, ma bisogna usare gli strumenti di cui disponiamo già per applicare completamente tutti quegli articoli, che hanno l’obiettivo di salvaguardare il lavoro e la vita dei siciliani. Solo un esempio, ma che fa tremare le gambe: ne ho già incontrati molti, di contadini non tutelati dalla Regione che preferiscono cedere i propri terreni a multinazionali che li copriranno di pannelli fotovoltaici. In questo modo a breve le nostre produzioni agroalimentari saranno un ricordo”.

E conclude: “Siano consapevoli, gli amici delle formazioni politiche che in queste settimane si mostrano interessati a condividere il mio percorso e a collaborare al programma per le elezioni regionali del 2022: avremo un anno di tempo per dimostrare ai Siciliani che il potere deve essere servizio e che un giorno in più o in meno fa la differenza. Se non saremo stati in grado, torneremo a casa”.

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