Il Patto dei Paccheri, come spesso raccontato da BlogSicilia.it, è stato siglato in un noto ristorante di Palermo con l’obiettivo di far rinascere il Centro non solo nell’Isola (ma senza la DC).

Massimo Dell’Utri, coordinatore siciliano di Cantiere Popolare, ospite di Casa Minutella, il talk show condotto da Massimo Minutella su BlogSicilia.it, ha parlato di «iniziativa seria e valida che vuole lanciare un programma che possa raccogliere chi non si è mai identificato con gli estremismi. Questo nostro progetto non è nato, però, a tavola ma a dicembre con la carta dei valori, sottoscritta da varie categorie politiche ed economiche della realtà siciliana con l’obiettivo di costruire un progetto che offra serenità e ben vivere, ispirato ai principi popolari, programmando iniziative che avranno come sblocco le prossime elezioni amministrative (si voterà a Palermo)».

Dell’Utri ha aggiunto che l’accordo è un «progetto ambizioso che parte dalla Sicilia ma con la volontà di realizzare un momento di ragionamento all’interno di un quadro nazionale. Dell’accordo fanno parte Idea Sicilia, Cantiere Popolare e UDC. Al ristorante, a pranzo, c’era una rappresentanza di IV: D’Agostino e Picciolo; una rappresentanza di UDC: Turano e Lo Curto; una rappresenza di Cantiere Popolare: io, Saverio Romano, Antonello Antinoro e Toto Cordaro».

Dell’Utri, che di professione fa l’avvocato, ha rimarcato che si tratta di una «federazione che non è nata solo come un momento elettorale ma si vuole andare al di là».

Nicola D’Agostino, deputato regionale di Italia Viva e coordinatore regionale del partito per la Sicilia Orientale, ha parlato di «progetto interessante. Innanzitutto, non è emerso che si tratti di un’idea nostalgica legata al passato. Poi, bisogna fare in modo che questa federazione tra partiti e movimenti diversi riesca ad acquisire centralità e ulteriore autonomia rispetto ai percorsi futuri».

«Ci siamo ritrovati – ha aggiunto D’Agostino – attorno a una carta dei calori con programmi e progetti e siamo riusciti a riunire alcune famiglie, partiti simili che hanno percorso in passato strade diverse».

«Oggi – ha specificato D’Agostino – parlare di coalizione di centrodestra e centrosinistra è anacronistico, guardando cosa sta succedendo a Roma. Abbiamo davanti un anno e mezzo – due per interpretare la politica in modo nuovo, uscendo dai soliti cliché»

D’Agostino, poi, che ritiene già di potere contare sul 10% di consensi nell’Isola, a proposito di alleanze, è stato perentorio: «Si deve venire al centro. Saranno gli altri a farle con noi. Spero si ritrovino sulle nostre posizioni. O facciamo una cosa importante o stiamo sbagliando».

Terzo ospite del dibattito politico è stato Salvo Pogliese, sindaco di Catania: «Se mi avessero invitato a pranzo, non mi sarei sottratto come si fa di fronte a ogni invito, soprattutto con persone con cui ho condiviso molto all’ARS ma la mia storia è diversa. C’è, però, grande rispetto per la tradizione centrista siciliana, sempre ancorata al centrodestra, quantomeno per quanto concerne alcuni degli illustri commensali di quel pranzo e mi auguro che continuerà ad esserlo. Si tratta di un elemento positivo e non di criticità».

Pogliese ha rimarcato, infine, di credere «nel centrodestra come valore, anche allargato, con esperienze provenienti dall’area centrista. Io sono convinto che una sintesi si possa trovare».

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