E’ passato il tempo dei grandi notabili della politica. La gente vuole rinnovamento e per questo vota i giovani. Così sarebbe finito il tempo di grandi potenti come Francantonio Genovese a Messina o Salvatore Cardinale nella Sicilia centrale.

Ma il potere non lascia il luogo dove ha risieduto a lungo, almeno non facilmente. Così i giovani che prendono il posto dei notabili rischiano di diventare figli, fratelli minori, nipoti, parenti e amici stretti.

E’ successo alle regionali proprio a Messina dove l’incandidabile Francantonio Genovese non ha avuto difficoltà a fare eleggere il figlio Luigi, 21 anni, oggi il più giovane deputato regionale. Ad aprire questa strada 5 anni fa era stato RaffaeleLombardo che aveva candidato e mandato all’Ars il figlio Toti, eletto all’età di 25 anni e deputato per 5 anni ma che ha scelto di non ricandidarsi per la XVII legislatura. A questo giro, per le nazionali, Lombardo starebbe pensando di appoggiare il nipote, figlio del fratello Angelo perchè la famiglia è sempre la famiglia.

Ma la strada è tracciata e alle elezioni politiche i figli sembra proprio non mancheranno. Ad iniziare dalla candidatura di Daniela Cardinale alla Camera nel collegio nisseno, che forse era stata precursore anche della stessa candidatura Lombardo. Figlia dell’ex ministro Salvatore Cardinale che è la guida di Sicilia Futura, Daniela non è, infatti, al contrario degli altri figli d’arte, un politico di primo pelo. Per lei si tratta di una ricandidatura essendo un deputato uscente. Il ‘suo’ collegio sarebbe blindato per effetto di un accordo fra Cardinale e il Pd nella persona del ministro Lotti. Un accordo attraverso il quale sarebbe passato l’apparentamento di Sicilia Futura al Pd e la mancata candidatura di Cardinale in persona. Adesso per la Cardinale sarebbe pronta la candidatura non nella piccola formazione di papà, ma direttamente da esterna nel Pd

Questa sceltè sta alla base della rivolta del Pd nisseno contro le candidatura di dinastia, esplosa ieri e che fa seguito alla rivolta della base del partito capitanata, a Palermo, dall’ex deputato Lillo Speziale

Dal Pd ne fanno una questione di storia e di democrazia, di coinvolgimento della base. Ma la vertià è un’altra. Non può esserci spazio per gli esterni nel Pd di oggi. Il partito ha una ventina di deputati e senatori uscenti e con i numeri che girano potrà riconfermarne forse metà. E’ una battaglia per le poltrone, dunque, e non una selta di campo o di metodo. E c’è poi una antica antipatia, una rivalità consolidata nel tempo fra Cardinale e Speziale

Ha il problema opposto Forza Italia che si è potuta permettere di portare all’Ars Genovese Jr (il padre lasciò il Pd tempo prima diretto in casa azzurra) senza perdere spazio per i propri. Ed è così anche adesso. Ricandidati tutti gli uscenti Forza Italia ha ancora spazio. Così il presidente del oni punterebbe su Valentina Scialfa assessore allo sport della giunta Bianco a Catania dimessasi per candidarsi. Ma la sua candidatura è tutt’altro che scontata. Il partito ha una regola della quale viene richiesto il rispett: chi arriva in casa azzurra sta fermo un giro, si impegna, porta voti e si candida alla prossima tornata.

E’ successo con tanti ‘cavalli di ritorno’ da Ap. Gli ex alfaniani sono i benvenuti in Forza Italia ma non possono essere candidati. casomani alle europee o alle provionciali dopo un periodo di purgatorio. Perchè dovrebbe essere diverso con gli altri?

E infatti l’accordo chiuso ieri da Berlusconi parla di un centro destra a quattro gambe con una formazione centrista nella quasle c’è l’Udc ma anche tutte le altre an ime del centro che possono ospitare i candidati che vengono da altri lidi senza incorrere nella scure forzista. Fra loro sembra possa esserci anche Simona Vicari e non soltanto lei.

Una soluzione intermedia sarebbe, alchimie politiche in corso, candidatura nell’area centrista ma magari ospitata in una lista azzurra ma da esterna. Ma an che questo agita la base dei fedelissimi, di coloro i quali hanno fatto all’opposizione gli ultiumi cinque anni costruendo le basi per un oggi vincente. In fondo chi è stato un purgatorio non vuole dividere subito il paradiso con chi, nel frattempo, è stato comodament seduto al governo cambiando casacca

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