Il nuovo regolamento della Città Metropolitana di Palermo sulla regolamentazione dei taxi non piace ai tassisti del capoluogo. Se passasse darebbe la possibilità a tutti i colleghi della provincia di operare nel capoluogo. I 320 titolari di licenza in città sono pronti a dare battaglia a questa apertura alla concorrenza, a “beneficio della clientela”.

La questione ha inizio quando l’ex Provincia, dopo una sentenza del Tar, si è dovuta dotare di un regolamento per la disciplina del servizio di trasporto pubblico di taxi e noleggio con conducente. Per questo ha chiesto un parere preventivo all’Autorità di regolazione dei trasporti. Il documento elaborato, sostanzialmente, consente ai taxi dei paesi di lavorare in città, ma solo dietro un accordo specifico fra i sindaci. Tuttavia, l’authority ha stravolto tale impianto rendendolo meno restrittivo. Questo mette in agitazione i tassisti.

Anche a Palermo più taxi ma la categoria frena “Prima i parcheggi”

Intanto, nei giorni scorsi, il nuovo decreto del governo nazionale che amplia il numero di licenze taxi ha fatto discutere a Palermo. Anche perché il sindaco Roberto Lagalla ha già annunciato che ci si adeguerà ma dalla categoria arriva un freno. In buona sostanza si chiede al primo cittadino anzitutto di superare le criticità che affliggono gli addetti ai lavori: dalla mancanza di parcheggi all’abusivismo per arrivare alle corsie preferenziali.

“Palermo registra la necessità di aumentare il numero di taxi in città. Ci adegueremo alle modifiche del governo”. Ha detto il sindaco Roberto Lagalla dopo il decreto del governo che consente la crescita del 20 per cento delle licenze. “Nessuna misura, tuttavia, calerà dall’alto senza che l’amministrazione che guido avrà fatto un dovuto passaggio con le categorie” aggiunse Lagalla. Ad essere varata la circolare interministeriale delle Imprese e del Made in Italy e dei Trasporti che sarà indirizzata ai sindaci sui contenuti del decreto.

I numeri di Palermo

Al momento su Palermo ci sono 320 licenze taxi che fanno capo a due cooperative che servono l’intera città. L’aumento del 20 per cento permetterebbe quindi l’emanazione di un’altra sessantina di licenze.

Cosa prevede

Il documento, spiegano Mimit e Mit, “consentirà ai Comuni di muoversi rapidamente per risolvere la carenza dei taxi sulle strade italiane, rispondendo così anche alle criticità denunciate dall’Antitrust”. La circolare chiarisce che le nuove regole semplificate permettono ai Comuni di rilasciare, in via sperimentale, licenze aggiuntive a chi è già titolare di una licenza “per fronteggiare lo straordinario incremento della domanda legato a grandi eventi o a eccezionali flussi di presenze turistiche”. Le nuove licenze hanno carattere temporaneo o stagionale e una durata, comunque, non superiore a dodici mesi, prorogabili per un massimo di ulteriori dodici, “su esigenze di potenziamento del servizio emerse dalla ricognizione dei dati”. La durata di 12 mesi non esclude la possibilità che l’amministrazione comunale, per motivi di esigenze economiche e turistiche, ne preveda un utilizzo anche frazionato nel tempo, fermo restando il limite temporale previsto.