L’emergenza Covid19 ha bloccato e ritardato tutto ma stavolta non sarà l’estate a bloccare ulteriormente la politica. Dopo l’approvazione della legge di stabilità siciliana, quella che è diventata una finanziaria d’emergenza, e dopo la fine del lockdown, il governo della Regione siciliana andrà verso un rimpasto. Non c’è più tempo e modo per pensare ad ulteriori rinvii visto che l’esperienza di Musumeci e dei sui naviga verso la fine del terzo anno di attività in autunno e proprio in autunno si svolgeranno, probabilmente, le elezioni amministrative in una sessantina di comuni. Elezioni che dovevano tenersi a fine primavera m che sono state rinviate proprio a causa del virus, per evitare assembramenti che non si sarebbero potuti contenere  sia in fase di comizi elettorali e dunque di campagna, sia in fase di votazione vera e propria.

Ci sono, inoltre, almeno due elementi che ormai mettono fretta visto c he il giro di boa della metà del mandato è ampiamente superato: da oltre un anno ormai il governo è privo di un assessore ai Beni Culturali ovvero dalla tragica scomparsa di Sebastiano Tusa, assessorato retto da un interim infinito di Musumeci, e l’altra novità è la nascita del gruppo della Lega all’Ars che rivendica spazio.

Musumeci non è tipo da farsi condizionare dalle rivendicazioni ma è anche un uomo di parola e l’alleanza con la Lega è una cosa certa, sancita prima dell’elezione dunque la lealtà dell’uomo politico/presidente della Regione è un elemento importante nella valutazione di questo rimpasto che ”s’à da fare”.

E così nell’ultimo, riservatissimo, vertice di maggioranza tenuto a Palermo un paio di giorni or sono filtra qualche indiscrezione. Confermata la richiesta della Lega di poter sedere sulla poltrona dell’assessorato regionale alle risorse agricole ed alimentari. A fare spazio sarebbe certamente Edy Bandiera e questo lo si dice da mesi.

Forza Italia sarebbe disposta a cedere  ma chiede in cambio che in occasione delle nomine dei dirigenti generali, che sono state ancora una volta rinviate per l’emergenza,proprio alla direzione dell’agricoltura vada un alto burocrate scelto dagli azzurri. Ed ecco che rimpasto e nomine dei dirigenti si intrecciano come spesso accade nelle cose della politica.

Il nome ancora non c’è ma la prima scelta sarebbe certamente quella di un tecnico esterno indicato proprio dalla Lega. In alternativa, se si dovesse andare verso la nomina di un parlamentare, il nome potrebbe essere quello di Antonio Catalfamo, attuale capogruppo della Lega ma in questo caso non si tratterebbe dell’agricoltura. Ma questa soluzione non sarebbe indolore. Dentro la stessa lega e nella vicina Forza Italia ci sono resistenza alla nomina di un deputato. I primi a non condividerla sarebbero deputati come Bulla e Ragusa ma naturalmente queste sono indiscrezioni non supportate da dichiarazioni ufficiali

Ciò a cui il Presidente dell’Ars e guida politica azzurra in Sicilia non vuole proprio rinunciare, invece, è l’assessorato ai Beni Culturali per il quale rivendica una propria scelta per la fine dell’interim

Qui entra in gioco  il sì dice interno a Forza Italia.Da tempo circola un nome come nuovo ingresso in quota azzurra non necessariamente per i Beni Culturali. Si tratta di Tony Scilla ma questa eventualità agita Forza Italia e raccoglie più musi lunghi e consensi.

I tasselli sono ancora da sistemare per evitare scossoni. I tasselli sono ancora da sistemare. Musumeci spinge per una scelta soft che non impatti troppo sull’attuale giunta: due nomine secche ad Agricoltura e Beni Culturali. Ma se non si troverà la quadratura potrebbe volerci anche qualche cambio di delega, una sorta di rotazione. A tenere salde le proprie indicazioni, al momento, sono i centristi con i loro tre assessori: Cordaro all’ambiente, Lagalla alla Formazione e Pubblica Istruzione e Scavone al Welfare; Diventerà Bellissima con Razza alla sanità e Fratelli d’Italia con Messina al Turismo

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