L’ex ladro e rapinatore poi passato nei ranghi di Cosa nostra come estorsore e tuttofare della cosca di porta nuova retta dal boss Alessandro D’Ambrogio, Alfredo Geraci, 41 anni, da poco più di un mese ha cominciato a collaborare coi magistrati.
Geraci è stato lo scorso settembre ad Altofonte dalla polizia perchè accusato di associazione mafiosa: era latitante dallo scorso 24 luglio quando la Corte d’Appello aveva disposto la custodia cautelare in carcere. Gli agenti lo hanno trovato in un appartamento ad Altofonte (Pa), ospite di un uomo di 54 anni che aveva una pistola rubata. Geraci è stato assolto nel processo nato dall’inchiesta “Alexander”, del 2013, che disarticolò la mafia di di Porta Nuova ed era stato riarrestato nell’inchiesta antimafia Panta Rei del 2015.
Uscito indenne al primo grado di giudizio, in secondo grado la corte d’appello ne rivede la posizione e nel luglio di quest’anno spicca a suo nome un’ordinanza di custodia cautelare che ne dispone gli arresti domiciliari. Nel corso della perquisizione ad Altofonte gli agenti hanno trovato una pistola, perfettamente funzionante e 30 cartucce, nascosta nel garage dell’uomo di 54 anni che ha ospitato Geraci.
Il verbale dell’interrogatorio fatto dai pubblici ministeri Amelia Luise e Luisa Bettiol è stato depositato dal pm Francesca Mazzocco nel processo in cui Geraci è imputato assieme ad altri mafiosi di Palermo centro. Geraci ha raccontato degli interessi mafiosi a Ballarò, di alcune estorsioni ai locali del centro storico, delle attività che ruotano attorno al contrabbando di sigarette, e di come si occupava di organizzare summit tra esponenti mafiosi di livello piu’ alto. In uno di questi incontri, di cui aveva già parlato il pentito Vito Galatolo, si parlò dell’attentato al magistrato Nino Di Matteo. Geraci però in quella riunione fece solo il “portiere” accogliendo i mafiosi. Degli argomenti trattati, dice lui, gli avrebbe riferito qualcosa D’Ambrogio.
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