Per risolvere il caos della viabilità in via Francesco Crispi serviranno tempo e soluzioni di lungo periodo. Lo ha affermato questa mattina il sindaco di Palermo Roberto Lagalla durante la conferenza stampa dedicata all’illustrazione del piano di manutenzione stradale. Fra gli assi che saranno interessati dai lavori di rifacimento dell’asfalto c’è proprio l’asse viario principale del porto di Palermo, martoriato da decenni di mancati interventi di ripristino e dal continuo passaggio di mezzi pesanti. Fatto che si fa più intenso soprattutto il lunedì e il giovedì, ovvero nelle giornate di principale attività agli imbarchi.

Il punto di Roberto Lagalla su via Crispi

Situazione che genera un grosso afflusso di mezzi pesanti su via dell’Arsenale e, a cascata, propria su via Crispi. Risultato: il traffico ne esce paralizzato per diverse ore. Situazione speculare a quanto avviene la mattina, soprattutto sulla corsia in direzione Cala, durante il deflusso dei crocieristi e il relativo arrivo di mezzi turistici di ogni genere, come pullmini e calessi trainati da cavalli. Una matassa ingarbugliata ancora di più dai cantieri che limitano le opzioni del Comune. Ad illustrare lo stato dell’arte sul tema ci ha pensato lo stesso primo cittadino. “La vicenda è complessa – ha evidenziato Lagalla -. Ci stanno lavorando l’assessore Falzone, l’assessore Carta e il comando di Polizia Municipale. In questo momento siamo a corto di ricette. Ci sono i lavori di Terna su via Crispi, che riduce una potenziale corsia per i mezzi pesanti, nonchè gli interventi di completamento del semianello del metrotreno all’interno del porto, i quali occupano un’area che potrebbe essere destinata alla sosta temporanea dei camion che si devono imbarcare”.

La soluzione definitiva: il dry port. Ma bisognerà aspettare

Le soluzioni a cui guarda il Comune di Palermo sono di lungo corso. “In prospettiva, stiamo pensando ad un dry port, un porto a secco in cui svolgere le operazioni di attesa e check in per l’imbarco da fare all’interno della stazione Sampolo. Zona che al momento non può essere destinate allo scopo per due ragioni. La prima è che stiamo definendo l’accordo quadro con l’area patrimoniale di RFI. La seconda è che devono essere smaltiti i fanghi del dragaggio del porto, i quali devono essere bonificati e trasportati altrove”.

I progetti realizzabili nel breve periodo

E sull’immediato? Roberto Lagalla racconta i progetti in cantiere, basati su una partnership con l’Autorità Portuale guidata da Pasqualino Monti. “Il dry port è un progetto di prospettiva, non realizzabile nel corso di quest’anno. Periodo nel quale stiamo lavorando con l’Autorità Portuale per ottimizzare l’attesa in via Crispi. Verificare se possibile aumentare l’accumulo su via Cristoforo Colombo e poi di poter recuperare una superficie all’interno del porto, quando saranno completati i lavori dell’anello ferroviario. Inoltre, abbiamo sottoscritto una convenzione con l’Autorità Portuale per supportare due pattuglie della polizia municipale per potere vigilare sul traffico. E’ un problema reale ma che ha tempi di risoluzione di lungo corso”.

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