Con 37 voti favorevoli e 28 contrari espressi a scrutinio segreto e dopo una seduta di polemiche e tentativi di rinvio e di bocciatura, l’assemblea regionale siciliana ha detto sì all’accordo con roma che permette l‘arrivo dei 500 milioni di euro promessi dallo stato per salvare il bilancio 2016 ma contemporaneamente cede una porzione consistente dell’autonomia fiscale (praticamente la azzera) prevista dallo statuto cancellandola con un accordo transattivo non passato dalla conferenza Stato – Regione come prevedono statuto e costituzione.
L’accordo prevede che si stabilizzino i trasferimenti compensativi il che significa che il prossimo anno la compensazione fiscale arrivi a miliardo a 400 milioni di euro, nel 2018 fino a 1 miliardo 685 milioni di euro attestandosi a questa cifra con un trasferimento periodico in base ad un sistema simile a quello utilizzato per i comuni e gli enti locali in genere.
Durante la seduta Forza Italia ha cercato di scorporare la norma che prevede il trasferimento dei fondi da quella che cede la sovranità fiscale della Sicilia ma senza riuscirvi. a vuoto anche i tentativi di rinvio.
Si tratta, comunque, di una norma interlocutoria visto che è un emendamento alle variazioni di bilancio che dovranno poi essere approvate nel loro complesso così come l’accordo approvato riguarda un testo di Decreto Legge che deve ancora passare dalle procedure nazionali e potrebbe essere modificato facendo decadere tutto.
Ma se fra Camera, Senato e Ars non cambieranno i parametri, col voto di oggi la Sicilia ha ceduto la propria storica autonomia fiscale in cambio di 500 milioni per il 2016, e un miliardo e mezzo circa ogni anno per gli anni a venire.
Il Disegno di Legge ha recepito un emendamento attraverso il quale sono stati sbloccati e inseriti nel Bilancio della Regione 500 milioni di euro destinati alla copertura di spese che al momento erano bloccate. Ecco dove andranno a finire i soldi sbloccati con il criticato accordo: 154,545 milioni a favore dei Comuni; 9,005 milioni per le ex Province; 85,544 milioni per gli squilibri finanziari delle Autonomie Locali; 13,840 milioni per la manutenzione dei boschi, 4,703 milioni per le garanzie occupazionali dei Consorzi di bonifica, 15,694 milioni per i Consorzi di bonifica; 17,100 milioni per i precari degli Enti Locali; 342 mila euro per le Scuole di servizio sociale; 1,101 milioni per il CIAPI; 1,731 milioni per l’arma dei Carabinieri; 4,746 milioni per l’IRSAP; 3,768milioni per i talassemici; 13,638 milioni per i PIP; 45 mila euro per Fulvio Frisone; 268 mila per Hellen Keller, 265 mila per i sordomuti; 734 mila per l’Unione Italiana Ciechi; 5,408 milioni per i malati psichiatrici; 71 mila euro per i consultori e gli oratori religiosi; 6,725 mila per i minori sottoposti all’autorità giudiziaria; 270 mila per l’Istituto Nazionale del Dramma Antico; 759 mila per la stamperia brail; 2,448 milioni per i Consorzi universitari; 1,274 milioni per l’Ersu; 141 mila per le famiglie meno abbienti per la tutela della maternità e della vita nascente.
Al momento del voto si sono astenuti i 5 stelle che ufficializzano la loro posizione già in aula: “Altro che vittoria, è una sconfitta per tutti. Non facciamo i notai, non ratifichiamo un accordo fatto negli sgabuzzini romani – ha detto per dichiarazione di voto il capogruppo Angela Foti e che avrebbe dovuto essere discusso preliminarmente in questo parlamento. Pertanto noi non partecipiamo al voto”.
“Il governo può contrabbandarla come una grande vittoria – ha detto la Foti – ma ciò non cambia la realtà delle cose, basta andare in giro per la Sicilia. Lo dicono i numeri, che testimoniano che rispetto alle altre regioni a statuto speciale è stato perpetrato un furto ai danni dei siciliani”.
“Una maggioranza predatoria e asservita a Roma ratifica un accordo vergognoso – dice Marco Falcone capogruppo di Forza Italia – che non risolverà nessuno dei problemi della Sicilia ma che rischierà di aggravarli. Spero però di essere smentito, in maniera tale che i comuni dell’Isola possano finalmente avere quel sostegno finanziario che gli è stato sino ad ora sottratto, che i precari possano raggiungere la stabilizzazione promessa dal sottosegretario Faraone, che i PIP e i forestali possano ottenere la tanto meritata dignità lavorativa, che i teatri, gli enti culturali, i consorzi universitari, le società partecipate e vigilate possano riottenere la sacrosanta autonomia finanziaria. Se ciò non avverrà, sarà colpa della maggioranza, di Pd, Ncd e Udc che si dovranno assumere le proprie responsabilità di fronte agli elettori”
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