E’ stata approvata all’unanimità dalla III Commissione del Csm la proposta di destinare alla Procura nazionale antimafia e antiterrorismo il pm di Palermo Nino Di Matteo e i colleghi della procura di Roma Francesco Polino, Barbara Sargenti e Maria Cristina Palaia e di quella di Napoli Michele Del Prete.

Si è trattato di una “scelta non semplice”, vista la presenza di candidati di “altissimo profilo”, dice Elisabetta Casellati, presidente della Commissione, spiegando che si è anche “tenuto conto delle indicazioni del procuratore Roberti”, capo della Superprocura e che i consiglieri hanno voluto ascoltare in audizione anche per capire “le esigenze dell’ufficio”. Ci vorrà ora del tempo prima del voto definitivo del plenum: dovranno essere scritte le motivazioni a sostegno dei cinque candidati. Un’incombenza che potrebbe portare la discussione a metà marzo.

Con il via libera all’unanimità per Nino Di Matteo dovrebbe chiudersi un ciclo e tramontare le voci (sia pure mai confermate ed in realtà non di grande attendibilità anche se insistenti) di un suo sbarco nell’agone politico come avvenuto, ormai anni fa, per il suo collega istruttore del processo per la trattativa Antonio Ingroia.

Di Matteo ha sempre rifiutato le sirene della politica anche se il suo no al trasferimento fuori dalla Sicilia dopo essere stato minacciato in via indiretta per i racconti dei pentiti aveva lasciato pensare che forse la possibilità di un suo impegno in questo senso ci fosse.

Adesso arriva l’importante nomina che gli apre uno spazio di carriera di primissimo piano e non è escluso che sul voto abbiano pesato anche tante voci degli ultimi mesi

 

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