Via Messina Marine, nota arteria stradale di Palermo, non è a misura di pedoni. Quantomeno, non lo è nel tratto nei pressi del ponte a Mare, una delle cinque strutture che valica il fiume Oreto in città. Sul marciapiede in direzione dell’ospedale Buccheri La Ferla infatti, il passaggio dei pedoni è reso praticamente impossibile da una serie di barriere architettoniche presenti sul posto.

Le barriere architettoniche in via Messina Marine

Passare a piedi è praticamente impossibile. L’area pedonale che si muove da Sant’Erasmo verso Romagnolo è decisamente stretta. Zona ulteriormente ridotta da una serie di elementi. Tra questi il guard rail che protegge i passanti da eventuali errori alla guida di qualche automobilista o camionista. La struttura di protezione risulta piegata, diventando un pericolo per un pedone poco attento piuttosto che una fonte di sicurezza. A seguire però lo sfortunato cittadino trova ulteriori prove da superare. Fra queste le fronde degli alberi e le erbacce che invadono il marciapiede poco prima del ponte a Mare. Fatto che praticamente pone un “muro verde” ai cittadini in transito, che sono così costretti a farsi strada in mezzo alle fresche.

Lo stato del ponte a Mare

Un’area che presenta notevole criticità e che risulta già fiaccata dal punto di vista della viabilità. Procedendo verso la costa, l’ultimo viadotto che dà sul fiume Oreto è il ponte a Mare. Sulla struttura, si attendono interventi di manutenzione già dal 2004, come palesato durante la nostra live del 19 gennaio dalla consigliera comunale del gruppo “Oso” Giulia Argiroffi. “Sul ponte a Mare, l’Amministrazione Comunale ha chiesto ulteriori verifiche. Alla fine di esse, il tecnico incaricato dal Comune ha relazionato, scrivendo che la struttura ha risposto alle sollecitazioni statiche e dinamiche dimostrando di non essere adeguata alle normative di sicurezza vigenti. Gli interventi imposti nel 2004 non sono stati fatti. La ditta, allora, aveva chiesto di chiudere il transito ai mezzi pesanti che superano le 35 tonnellate. Cosa accolta dall’Amministrazione che fa un’ordinanza, la quale è ancora vigente ma le limitazioni infatti non vengono rispettate”.

Danni, quelli subiti dal ponte a Mare, che Giulia Argiroffi aveva descritto in maniera tecnica. “Il tecnico aveva individuato degli interventi da fare. Nello specifico, ha chiesto centine metalliche a supporto degli archi, mai installate. Bisognava smontare la soletta in calcestruzzo armato, che doveva essere eliminata e sostituita con un materiale più leggero. Era stato chiesto di mettere dei tiranti metallici trasversali e longitudinali e dei rinforzi in calcestruzzo sui piedi della struttura, per contrastare gli effetti della salsedine. Si vede che i conci di chiave e alle reni sono fortemente erosi. Sono quelli più sollecitati”.

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