L’azienda “Ospedali Riuniti Villa Sofia- Cervello” di Palermo ha conferito 23 incarichi di direzione di unità operativa semplice (UOS). Le UOS sono unità operative interne delle unità operative complesse.

I 23 contratti relativi sono stati già firmati

Prosegue, dunque, il processo di definizione dell’assetto organizzativo, in linea con quanto previsto nell’atto aziendale, nella ratio di conferire una sempre maggiore efficienza ai servizi offerti dall’azienda in risposta ai bisogni di salute. “La direzione strategica – afferma Walter Messina, direttore generale degli “Ospedali Riuniti Villa Sofia- Cervello” – prosegue senza sosta l’impegno assunto sulla strada del rilancio che, naturalmente, impone a monte una grande attenzione ai profili organizzativi, rappresentando essi un elemento fondamentale per conseguire sempre maggiore risultati in termini di efficacia, efficienza, ottimizzazione delle risorse e alti standard qualitativi- assistenziali”.

“Situazione catastrofica degli ospedali siciliani”

In tanti ospedali mancano medici nei pronto soccorso, dove gli organici sono ben al di sotto del 50% della dotazione prevista, ma la situazione non è diversa anche in altre discipline, dall’anestesia e rianimazione, alla cardiologia alla pediatria. Questo quanto denunciato dai sindacati. Caso emblematico quello dell’ospedale di Caltagirone. “La soluzione chiesta dai sindaci del comprensorio di Caltagirone che è quella di creare un Dipartimento Interaziendale – evidenziano Bonsignore e Spampinato – non può essere la soluzione, in primis perché non in linea con quanto previsto dal DM 70 e dalle Rete Ospedaliera regionale per l’emergenza e poi perché, in ogni caso, sembra di difficile realizzazione stante l’esiguità di risorse umane anche negli ospedali delle altre aziende”.

Le “Soluzioni fantasiose della politica”

“Dopo decenni di scelte politiche perverse – tuonano i due sindacalisti – fatte di tagli ai posti letto, di sforbiciate alle unità operative e di annientamento del personale, era inevitabile che i nodi venissero al pettine e adesso, la stessa politica che ha creato il problema, pretende di risolverlo con soluzioni fantasiose che alla fine saranno, come sempre, a carico e sulle spalle di quei medici che già sono spesso costretti a rinunciare alle ferie, ai riposi e che vengono presi e sbattuti in giro per i Reparti sguarniti, usati come veri e propri tappabuchi per turare le falle di una nave che affonda per colpe altrui e per precise responsabilità di chi non ha saputo governare”.

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