Prima li vorrebbero morti. “Quell’etta sangu di tuo marito ha telefonato a quel butta sangue di mio marito”. Poi li difendono, in qualche modo li giustificano e poi cercano anche prove che possano scagionare i loro compagni.
Sono la moglie e la compagna dei due cugini palermitani di 42 e 44 anni che avrebbero violentato insieme in un B&B in via Marinuzzi a Palermo una turista canadese. Il compagno aveva avuto un incidente con il monopattino ed era ricoverato nel reparto di neurochirurgia dell’ospedale Policlinico.
La ricerca di un alibi
La donna era andata a trovarlo in ospedale e qui aveva incontrato uno dei due cugini che lavora come inserviente in una cooperativa che adesso è accusato di violenza sessuale. Intercettate le due donne parlano di quanto successo e di come si sono consumati i mariti per 15, 20 minuti di sesso. “Tuo marito secondo me quando quella gli si buttò nell’ascensore ha capito che si poteva fare. E così chiamo suo cugino”, dice una delle donne degli indagati. La turista e il dipendente che lavora in ospedale sono tornati verso casa in motorino.
“La sella del motore è veramente piccola. E’ talmente stretta che questo lo “munciuniava” (lo stuzzicava), sicuramente per questo non capirono più niente”, afferma l’altra donna.
Acquisite le immagini della videosorveglianza
Secondo le donne dovrebbero essere acquisite le immagini dei sistemi di videosorveglianza dell’ascensore dove si vede che la turista si sarebbe buttata sopra al marito.
“Lui queste cose le deve dire all’avvocato perché negli ascensori ci sono le telecamere. Lo state vedendo che lei si sta buttando di sopra. Ci sono un sacco di cose che fanno male a noi, però sono utili per la difesa”.
Per le due donne in fondo non si poteva parlare di violenza. “Stiamo parlando dell’aggressività della cosa. Tu che sei violentata ti muovi di porti la carne, ti porti un morso. Queste cose non ci sono state. Sti ragazzi erano puliti non avevano neanche un graffio”. Secondo le donne gli investigatori non sarebbero stati tempestivi. “Chi hanno dormito, perché l’hanno visto che è una pulla (espressione palermitana per indicare una poco di buono) se no li denunciavano a piede libero?”
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