E’ nella sofferenza che si scopre il vero volto di Dio: è questo uno degli insegnamenti più profondi che Riccardo Rossi, ex portavoce di Biagio Conte, ha tratto dalle parole di Papa Francesco, scomparso lunedì dell’angelo. Rossi ha incontrato più volte il Santo padre, anche nei momenti più delicati della sua vita, e ogni volta ha ritrovato la stessa certezza: E’ un uomo che abbraccia i suoi figli”.

La visita di Papa Francesco alla Missione Speranza e Carità a Palermo

Il 15 settembre, nella memoria di Padre Pino Puglisi, il Papa ha scelto di non essere un’autorità, ma un fratello. Ha ascoltato in silenzio disabili, musulmani, bambini. Un uomo vestito di bianco che mangia pasti semplici come tutti, che accoglie nelle braccia Fratel Biagio come un padre fa con un figlio. In quel gesto c’era la sintesi del Giubileo: nessuna distanza, nessuna barriera.

“Io non vedevo una distanza fra noi e il Papa, lui è stata una persona umile che ha voluto amalgamarsi fra di noi senza porre una distanza – aggiunge Riccardo Rossi – quel giorno inoltre, ricordo che lui parlò poco, noi ci aspettavamo grandi discorsi e invece lui scelse solo di ascoltare tutti noi, ad uno ad uno.”

L’incontro in sala Nervi durante il Giubileo 2025

C’è un momento, tra i tanti vissuti durante il Giubileo, che resta impresso più degli altri: l’abbraccio alla sala Nervi (aula delle udienze pontificie) dove Papa Francesco si è presentato poco in anticipo, mettendo da parte il suo discorso di nove pagine per parlare con il cuore. Riccardo, fra le tante cose dette, rimase colpito da una domanda posta dal pontefice: “Voi dite di raccontare la verità, ma siete sicuri di essere veri?” ha detto guardando i giornalisti in sala.

Un gesto che ha colpito profondamente i presenti e, malgrado fosse visibilmente sofferente, ha scelto di voler incontrare uno per uno ognuno di loro. Ha stretto mani per quasi un’ora, si è chinato sulla sedie a rotelle, ha accolto sguardi, storie, vite. Trecento persone da incontrare, a cui papa Francesco ha voluto far sentire la propria vicinanza.

L’incontro con il Papa dopo il matrimonio

Un momento personale lo ha reso ancora più vivo: “Poco dopo essermi sposato, ho avuto la grazia di raccontare a Francesco la nostra scelta missionaria. Ci benedisse, ma non con superiorità. Disse semplicemente: “Pregate per me”. Quelle parole sono rimaste incise: anche il Papa chiede preghiera, perché anche lui si sente fragile. La sua forza sta proprio lì, nel suo “nulla” condiviso. E nella consapevolezza che, senza preghiera, siamo niente. Pregare per il Papa è pregare per il mondo intero, perché lui è l’immagine di un popolo che cammina insieme – poi conclude – Papa Francesco non è stato solo una guida, ma quasi un papà. Papa Francesco, con la sua umanità e le sue lacrime, ci ha fatto sentire tutti fratelli. Un solo corpo. Un solo cuore”.