Pronti i decreti, arrivano i nuovi assessori. E invece no. Toni Scilla e Marco Zambuto in mattinata dovevano firmare davanti al presidente della Regione da nuovi assessori della giunta guidata da Nello Musumeci. Scilla, di Mazara del Vallo, prende il posto di Edy Bandiera all’assessorato agricoltura e pesca, mentre Zambuto, già sindaco di Agrigento, ex presidente del Pd siciliano e alle ultime amministrative candidato sindaco di Agrigento con le insegne di Forza Italia e appoggiato da Diventerà bellissima, subentra all’unica donna in giunta, Bernardette Grasso, alle Autonomie locali. Sulla definizione di queste scelte il rimpastino ieri era slittato di altre 24 ore e dunque a oggi e questa mattina tutto sembrava essere stato fatto. Invece no.

Musumeci ha deciso di prendersi ancora un giorni di riflessione e questo può significare che il  “rimpastino” di governo si farà domani o, addirittura all’anno nuovo

Lo scambio di poltrone fra esponenti di Forza Italia riguardava, in base alle notizie di questa mattina la figura stabile fin dall’inizio del percorso della trattativa ovvero quella di Toni Scilla che alla fine dovrebbe sostituire Edy Bandiera all’agricoltura. Ieri sera era dato come subentrante a Bernadette Grasso alla Funzione Pubblica e alle Autonoma locali. Rappresenta il territorio Trapanese, uno dei due rimasti fuori dalla prima giunta e che da tempo rivendicano spazio in casa azzurra.

L’altra sostituzione, a questo punto riguarda proprio l’assessorato alla Funzione Pubblica e alle Autonomie Locali dunque Bernadette Grasso alla quale nel frattempo  Miccichè ha già conferito l’incarico di coordinatore azzurro a Messina

Alla luce delle nuove alleanze e del risultato delle elezioni amministrative ad Agrigento per quell’incarico in giunta Gianferanco Miccichè aveva indicato l’ex sindaco della città dei templi e candidato a tornare a sedere sulla poltrona di primo cittadino, ma sconfitto, Marco Zambuto. Passato dal centro destra al centro sinistra e poi in casa renziana, Zambuto è approdato in casa azzurra proprio in occasione delle amministrative ad Agrigento ed era dato come favorito nella corsa a sindaco. Una nomina, quella di Zambuto, gradita anche a Diventerà Bellissima.

Ma qualcosa non è andato a buon fine. Sicuramente c’entrano due fattori. Da un lato lo scarso gradimento di Musumeci sul nome di Scilla che non sarebbe sufficientemente compensato dal gradimento della scelta di Zambuto come altro assessore subentrante, anche se gradito a Diventerà Bellissima. Dall’altro lato l’azzeramento delle quote rosa e la polamiche scattata subito anche a livellli piuttosto alti.

Un peso avrebbe avuto la chiamata in causa di Mattarella da parte di Claudio Fava “Con l’esercizio provvisorio in alto mare e la Sicilia a rischio di default finanziario, l’unico pensiero del Presidente Musumeci in queste settimane è stato il rimpastino della Giunta, condizione necessaria per portare a casa l’approvazione della manovra di fine anno.
In un grottesco travisamento delle forme politiche e della sostanza democratica, Musumeci inaugura la prima giunta integralmente al maschile, virile rimembranza del ventennio fascista in cui alle donne non era neppure concesso di votare. Sarà il caso che di questa offesa giuridica e culturale si occupi anche il Presidente Mattarella, a meno che l’Autonomia siciliana debba essere intesa anche come extraterritorialità rispetto alla civiltà del diritto e della storia”

Critiche erano piovute anche da Cgil e Pd.

“E’ davvero incomprensibile come, alle soglie del 2021 e con tante battaglie condotte in favore di una cultura della parità di genere da parte nostra e di tutta la società civile, si possa ancora pensare a un presunto rimpasto della giunta regionale siciliana, senza prevedere la presenza delle donne. Per questo diciamo no, con forza e determinazione, ad una giunta regionale siciliana tutta al maschile. Apprezziamo il fatto che al momento sia stata posticipata la decisione di sancire questa scelta ed è proprio per questo motivo che intendiamo rimarcare la necessità di ripensare alla possibilità concreta che le quote di genere siano prese in considerazione in questo governo. In Sicilia abbiamo Donne di altissimo profilo politico che certamente potrebbero rappresentare una risorsa ottimale per una gestione che rivendichi quello per cui da sempre ci battiamo, ovvero una cultura paritaria in ogni ambito. Soprattutto quello politico. Auspichiamo dunque fortemente un ripensamento da parte del governatore Musumeci, certe che comprenda il valore culturale della sua scelta”. Lo hanno dichiarato congiuntamente Lella Golfo, Presidente Nazionale della Fondazione Bellisario e Marcella Cannariato, referente Sicilia e membro dell’Osservatorio Nazionale sulla Famiglia.

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