“Dopo le accuse lette sul Giornale di Sicilia di oggi, mi sento in obbligo di riproporre quanto già detto dopo la perquisizione della Guardia di Finanza nella mia casa e negli uffici delle società del gruppo. Mi sento in dovere verso me stesso, verso la mia famiglia e chi mi conosce già, di fornire le mie precisazioni in un momento in cui la stampa, stante la verifica in corso, mi dipinge come un possibile truffatore e maneggione”.
Lo dice il patron rosanero Maurizio Zamparini, riferendosi a un articolo pubblicato sul Giornale di Sicilia sull’inchiesta aperta dalla Procura di Palermo a carico dell’imprenditore veneto, del suo entourage tecnico e degli amministratori della società anonima lussemburghese Alyssam.
Otto persone sarebbero iscritte nel registro degli indagati per i reati di appropriazione indebita, riciclaggio commesso anche all’estero, autoriciclaggio, violazioni fiscali e tributarie, falso in bilancio aggravato dall’avere agito assieme a un gruppo criminale organizzato che agisce in più Stati.
“Io rispetto il lavoro della magistratura – scrive Zamparini – e sono convinto, non avendo mai volutamente commettere alcun reato, che la verità darà soddisfazione alla mia onestà. Comincio però a leggere sui media notizie false: io non ho mai avuto nessuna società in Inghilterra. Tutti i movimenti di denaro miei e nelle società della famiglia sono trasparenti e verificabili. Non ho né ho mai avuto alcuna società nel Regno Unito: né direttamente né in forma collaterale”.
“Non ho mai considerato il Palermo, così come scrivono, il mio giocattolo – dice ancora – e soprattutto considero il calcio un fatto sociale, in cui i tifosi devono essere in primo piano”.
“Sto cercando – aggiunge – con difficoltà investitori in Italia e all’estero. Non è né è stato facile trovare investitori nel calcio del nostro Paese”.
“Mi ero affezionato a Baccaglini e sono sicuro che gli inquirenti – conclude – avendo requisito tutti i documenti relativi alla storia Baccaglini, si renderanno conto che io ho sempre affermato la verità”.
La Procura ipotizza che il presidente friulano, 76 anni, abbia agito su scala transnazionale in occasione dell’approvazione di due bilanci, il 30 giugno 2014 e il 30 giugno 2016. Tra gli indagati, oltre al numero uno del Palermo Calcio, ci sono il figlio, Paolo Diego Zamparini, 48 anni, e i due vertici della società lussemburghese Alyssa, Luc Mathias Jos Mari Braun, presidente del Cda, 58 anni, di nazionalità lussemburghese, e Jean-Marie Servais Poos, 50 anni, belga, consigliere e amministratore delegato, Alessandra Bonometti, 54 anni, di Gallarate, segretaria del gruppo Zamparini negli uffici di Vergiate, dove hanno sede le società del presidente del Palermo; Domenico Scarfò, 61 anni, originario di Celle di Bulgheria (Salerno) e Rossano Ruggeri, di 58 anni, di Cremona.
Secondo gli investigatori, come scrive il Giornale di Sicilia, la società Alyssa avrebbe avuto un ruolo-chiave, acquisendo dall’Us Città di Palermo la società Mepal, proprietaria del marchio rosanero e titolare dei futuri investimenti collegati alla realizzazione di impianti sportivi. Secondo gli investigatori si tratterebbe di vendita fittizia, come le plusvalenze realizzate, sulle quali si sarebbero dovuto pagare le tasse. Gli inquirenti ipotizzano ancora che Braun, Poos e Zamparini padre si sarebbero sottratti in maniera fraudolenta al pagamento di imposte. Il patron risponde anche di appropriazione indebita avvenuta a Palermo il primo febbraio 2016. Tra le contestazioni al presidente anche i contenziosi col fisco, iscritti tra i crediti, come se le cause fossero vinte. E poi c’è un’ipotesi di riciclaggio del 30 marzo di quest’anno, nel pieno delle trattative per il closing con Paul Baccaglini.
Sulla questione e sulle parole di Zamparini contro l’articolo del Giornale di Sicilia, è arrivata anche la presa di posizione dell’Assostampa di Palermo. “L’azionista di maggioranza della Unione Sportiva Città di Palermo, Maurizio Zamparini, definisce sul sito ufficiale del club ‘accuse infamanti’ le notizie di stampa pubblicate dal Giornale di Sicilia, in occasione del secondo sopralluogo della Guardia di Finanza negli uffici della società, in viale del Fante. Sino a documentata smentita, sono e rimangono notizie di stampa verificate dal collega”.
“In un clima da ‘attacco a tenaglia’ – dice ancora il sindacato dei giornalisti -, da parte di alcune frange del tifo, e adesso pure della stessa attuale proprietà della società rosanero, Assostampa Palermo esprime, fino a smentita ufficiale e documentata del contenuto degli articoli, sostengo al collega del Giornale di Sicilia. Zamparini, nel liquidare laconicamente come ‘accuse infamanti’ altro non fa che ricopiare integralmente i contenuti del comunicato diffuso in data 9 luglio 2017 senza fornire sostanziali elementi di novità ad arricchimento del dibattito o a legittima smentita”.
“Ricordiamo – conclude – che non sono mancati, nei giorni scorsi, attacchi espliciti da parte di alcuni tifosi ad alcuni nostri colleghi, immotivatamente accusati di posizioni non equilibrate, poco verosimilmente prone alle versioni di fonte societaria, nella disamina delle attuali vicende del Palermo. Da Assostampa l’invito e l’auspicio affinché i toni sulle vicende societarie si mantengano nell’alveo del rispetto degli specifici ruoli e del diritto di replica”.
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