E’ stato depositato ieri al Tar l’ennesimo ricorso contro la Ztl di Palermo. A poche ore dalla presentazione dell’atto, il sindaco Orlando ha divulgato una lettera aperta alla città per spiegare le ragioni del tanto contestato provvedimento, che lui tuttavia ritiene “equilibrato” e finalizzato “a tutelare la salute dei cittadini” sulla scorta di quanto già da tempo avviene nelle grandi città europee.
Ma per molti aspetti, Palermo è veramente lontana dall’Europa. E poi, la domanda che tutti si pongono è la medesima: “Chi ci assicura che dentro la Ztl non ci sia inquinamento? E poi perché, se pago, posso accedere all’area e quindi inquinare? La salute dei cittadini, in quel caso, passa in secondo piano?
Intanto tra favorevoli e contrari (a ben guardare molto più numerosi dei primi), il Comune ci invita a spostarci e muoverci nella Ztl con i mezzi pubblici (anche se alcune linee a Palermo sono una chimera, i bus passano assai di rado).
Intanto, la notizia ‘bomba’ è un’altra: i bus Amat che circolano nella Ztl non sono tutti a norma.
A rivelarlo stamane in diretta radiofonica, alla trasmissione “La catapulta” condotta da Mario Caminita su Radio Action, è Orazio La Corte, consigliere comunale a Sala delle Lapidi, ex dipendente Amat da un anno in pensione ma tuttora sindacalista e rappresentante delle istanze dei suoi colleghi ancora al lavoro.
“Il 50% dei mezzi Amat che circolano nella Ztl – dichiara La Corte – sono euro 0, e quindi altamente inquinanti. Sono infatti bus costruiti 17, in alcuni casi anche 20 anni fa”.
Però ci sarebbero anche i mezzi elettrici, caposaldo della mobilità sostenibile, ma non a Palermo.
La Corte è categorico è parla di “un qui pro quo. I bus elettrici – racconta – sono stati acquistati nel 2005 ma per un motivo piuttosto che un altro non sono mai andati in circolazione. Qualcuno ha tentato di recuperarli sperperando denaro pubblico, non c’è riuscito e alla fine molti sono stati rottamati”.
Quindi, ricapitolando: la metà dei bus sono inquinanti, quelli elettrici non funzionano o sono stati rottamati. In città circola – più puntuale sicuramente dei mezzi Amat – la voce che il Comune stia pensando alla reimmatricolazione dei vecchi bus.
Per il sindacalista, una certezza più che un pettegolezzo. “Da fonti ufficiose – tuona – ho saputo che l’Amat ha fatto reimmatricolare almeno, ma potrebbero essere di più, 50 mezzi. Ho inviato una nota all’azienda per chiedere chiarimenti, mi è stata confermata la reimmatricolazione senza dare risposta sul numero di mezzi coinvolti”.
La Corte si è informato anche all’assessorato ai Trasporti, che è l’organo amministrativo predisposto a rilasciare il nulla osta per la reimmatricolazione. Secondo i dati forniti dall’assessorato, la pratica riguarderebbe al momento solo dieci vetture – ma La Corte è diffidente sul dato – e la motivazione sarebbe che le targhe sui mezzi non sono più leggibili.
“Io so per certo – insiste il sindacalista – che tra le vetture reimmatricolate ce ne sono alcune senza parabrezza o alle quali mancano pezzi funzionali. Vorrei capire se stanno reimmatricolando vetture che dovevano essere rottamate”.
In ogni caso, i mezzi, prima di essere messi in circolazione, non dovrebbero superare un controllo, da parte della motorizzazione?
“C’è una situazione così ingarbugliata – conclude amaramente La Corte – che qualche autorità dovrebbe a mio avviso intervenire”. Infine, il duro atto d’accusa: “Orlando può parlare di bike sharing, car sharing, etc…ma la verità è che se l’azienda che dovrebbe gestire il trasporto pubblico locale non è nelle condizioni di potere avere mezzi e parcheggi non c’è Ztl che tenga. Io sono favorevole alla Ztl per un ambiente sano, ma vivere in un ambiente sano non vuol dire che se paghi il ‘pizzo’ puoi entrare sennò niente.
L’assessore Catania? E’ una persona incompetente. Il danno che sta facendo è sotto gli occhi di tutti”.
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