di Francesco Russo, Carlotta Tamigio

È un’epidemia silenziosa, invisibile, insidiosa, letale. Il Crack, diffuso negli anni ‘80, originariamente utilizzato come assunzione alternativa per i cocainomani cronici che avevano distrutto i tessuti nasali, deriva dai processi chimici dalla Cocaina,. È di facile consumo, non comporta danni ai tessuti, è economico, è spesso associato ad alcol o altre sostanze, in modo da dosarne gli effetti, è comunque potente. È legato al consumo casalingo come al divertimento notturno. È responsabile della maggiore incidenza di casi di ictus e infarto nei più giovani.

Il direttore dell’Unità Dipendenze Patologiche dell’ASP di Palermo, Dottor Giampaolo Spinnato, afferma che non ha più senso parlare di «Emergenza droga». Infatti, non si tratta di una semplice emergenza poiché la situazione attuale del consumo, aumentato dopo la pandemia, si è stabilizzata su livelli estremamente elevati. Insomma, un fenomeno pervasivo e un problema sanitario, culturale, sociale di vastissima portata. Nel 2023, sono stati registrati circa 900 nuovi utenti nei Sert, con una predominanza di casi legati al Crack. La fascia d’età più colpita è quella tra i 20 e i 30 anni, ma è preoccupante notare che molti iniziano a consumare già tra i 12 e i 14 anni e si registra un ritardo nella richiesta di aiuto (fonte: Adnkronos 05/02/2025).

Considerata la diffusione estesa, secondo l’Istituto Superiore di Sanità e sulla base di dati raccolti da fonti regionali, in Sicilia le strutture pubbliche e private per il trattamento delle dipendenze non riescono a soddisfare il numero crescente di richieste, anche perché sotto organico. Così giungono alla cronaca casi come quello di un ventenne catanese che ha chiesto con insistenza di essere arrestato per poter accedere a un programma di disintossicazione (fonte: La Repubblica, edizione Sicilia, 2023). D’altro canto, in Sicilia, la politica è sensibile al problema: nel gennaio 2024, a Palermo, è nato il primo Centro di Pronta Accoglienza dedicato a chi lotta contro la dipendenza da Crack e Cocaina, grazie a un accordo tra la Regione Siciliana e l’ASP. Il Centro offre un’accoglienza immediata e un supporto medico, psicologico e sociale a persone che si trovano in condizioni di grande vulnerabilità, spesso escluse dai normali percorsi di cura. Un passo avanti per potenziare le strutture e gestire le emergenze, proteggere le persone a rischio facilitando l’avvio di un percorso terapeutico multidisciplinare che coinvolge anche le famiglie.

Ecstasis, Ketamina, Ossicodone, funghi allucinogeni, e anche il Fentanyl, diffuso negli Stati Uniti, sono le nuove droghe sintetiche accessibili a tutti, non solo per costi, ma anche per modalità di produzione, acquisto e assunzione. Sono inodore e spesso incolore, nascono dalla sintesi di componenti chimici legali, si nascondono dietro etichette innocue; hanno tutte un denominatore comune: una composizione chimica che può essere modificata, rendendole difficili da rilevare e classificare come illegali fino a quando non vengono analizzate e vietate ufficialmente. Prodotte all’ombra di laboratori clandestini, rappresentano una pericolosa evoluzione del problema della tossicodipendenza. La loro composizione chimica, che potenzia gli effetti delle droghe tradizionali, le rende una minaccia imprevedibile e potenzialmente fatale anche in dosi minime. Queste nuove molecole si insinuano nel mercato attraverso canali online e reti informali, raggiungendo con inquietante facilità le fasce più giovani e vulnerabili della popolazione. La loro natura “camaleontica” pone nuove sfide alle Forze dell’Ordine e agli esperti, perché la rapidità con cui queste sostanze cambiano composizione chimica rende difficile affrontarle sul piano legale. Non appena una droga viene messa al bando, i laboratori la modificano e la rimandano in circolazione con un nome diverso. E intanto annientano il cervello e il corpo in tempi record. 

In Italia, i casi di overdose dovuti alle nuove droghe sintetiche sono aumentati di oltre il 60% negli ultimi cinque anni, come rivela una statistica allarmante dell’Istituto Superiore della Sanità del 2022. L’età media degli utenti si sta abbassando, coinvolgendo ragazzini in cerca di “sballo” immediato, economico e facile da ottenere online. Internet è diventato un vero e proprio supermercato per le nuove droghe. Bastano pochi clic, una carta prepagata e un indirizzo qualsiasi. Non ci sono controlli né tracciabilità. Il mercato nero è pieno di offerte allettanti: “mix party speciale”, “trip garantito”, “effetti allucinanti”. Ma dietro a queste promesse, spesso si nasconde solo la morte. Gli effetti collaterali possono essere estremamente gravi e imprevedibili, variando da seri problemi cardiovascolari e neurologici a psicosi acute e danni permanenti al cervello; le reazioni immediate all’assunzione fanno finire al Pronto Soccorso o, peggio, in obitorio.

Non è possibile sottovalutare il problema di un fenomeno tanto complesso quanto sommerso. «Se non agiamo in modo coordinato e tempestivo, le conseguenze sociali e sanitarie rischiano di essere molto gravi […] Serve un piano nazionale di prevenzione, educazione e intervento immediato», denuncia la psicoterapeuta Francesca Valli, che da anni lavora con giovani dipendenti da NPS (Nuove Sostanze Psicoattive). Le droghe sintetiche non bussano alla porta, ma entrano di nascosto e si insinuano nei vuoti educativi, affettivi e sociali, alla base dei modelli di comportamento che ne caratterizzano l’assunzione. Le strutture di supporto e di cura sono necessarie e da potenziare, ma il nuovo consumo impone di intervenire con la prevenzione prima che questi vuoti si formino.

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