Carburante a buon mercato, ma illegale. E’ quanto scoperto dalla squadra mobile di Ragusa che ha smantellato un’organizzazione che  in due anni avrebbe contrabbandato migliaia di litri di carburanti e recato un danno di quasi 3milioni di euro alle aziende petrolifere nel mirino della banda.

A finire in manette 16 persone, una delle quali, un meccanico, fermato in flagranza nel ‘punto vendita’ abusivo realizzato ad Agusta in provincia di Siracusa.

Nell’inchiesta sono finiti anche 65 ‘clienti’ denunciati per ricettazione, inoltre sono stati sottoposti a sequestro preventivo, due aziende, migliaia di euro e quasi 1.000 litri di gasolio. Gli arresti sono stati eseguiti dalla polizia nelle province di Ragusa, Siracusa, Catania, Caltanissetta e Torino.

Secondo quanto emerso dalle indagine della squadra mobile di Ragusa, durata sei mesi, la banda avrebbe adoperato diversi sistemi per far sparire il carburante senza che le aziende petrolifere ed i titolari delle ditte di trasporto se ne accorgessero. Si erano anche attrezzati di ricetrasmittenti per eludere eventuali controlli da parte delle forze dell’ordine.

Attraverso i pedinamenti elettronici della polizia sarebbe emerso però che alcuni autisti che partivano dalle zone del ragusano, erano soliti raggiungere una officina per mezzi pesanti ad Augusta, la “Tir Service”, dove nello stesso piazzale si trova anche “L’ autolavaggio industriale” (entrambe sequestrate). Lì avrebbero scaricato 200-400 litri di carburante il cui ammanco è ritenuto ‘fisiologico’ dai serbatoi dell’autobotte, che dovrebbero essere sigillati, oltre a quelli che potevano ‘scomparire’ per la tolleranza all’evaporazione e all’aumento del volume in base alle temperature. Il tutto all’insaputa dei commissionari del carburante e dei titolari delle aziende di trasporto.

L’organizzazione, secondo quanto ricostruito dalla polizia, avrebbe adoperato anche un’altra tecnica servendosi della complicità di alcuni gestori di aree di servizio della Sicilia orientale a cui scaricare carburante in più. Le benzine erano pagate a minor prezzo, ma rivenduto a quello ufficiale con ampi guadagni.

Secondo quanto scoperto dalla polizia sarebbero stati trafugati anche ingenti metri cubi di gas, stipati in bombole e travasati con metodi pericolosissimi.

I carburanti, sul mercato nero, venivano venduti tra 70 centesimi e un euro e ci sarebbe stato anche un piccolo ricavo per tutti, mentre le aziende vittime dei furti erano costrette ad alzare i prezzi.

Tutto nasce, infatti, dalla denuncia dell’amministratore delegato di un’impresa della provincia iblea che commercializza all’ingrosso prodotti petroliferi che ha segnalato a il furto di oltre un milione di litri di carburante annui.