Controlli su un carico di grano tenero di provenienza estera arrivato questa mattina al porto di Pozzallo, in provincia di Ragusa, da parte degli agenti del Nucleo operativo regionale agroalimentare Sicilia (Noras) del Corpo forestale della Regione. Le verifiche sono state effettuate in collaborazione con gli ispettori fitosanitari dell’Osservatorio regionale malattie delle piante dell’assessorato regionale dell’Agricoltura.
L’attenzione degli uomini del Corpo forestale si è concentrata sull’arrivo di una nave battente bandiera panamense, partita da Spalato, in Croazia, con un carico di 3.300 tonnellate di grano tenero, proveniente dalla Serbia e destinato a mulini siciliani.
È stato prelevato, in base alle norme vigenti, un campione da destinare alle analisi presso il laboratorio dell’Ispettorato centrale qualità repressione frodi (Icqrf) di Catania, dotato di attrezzature di ultima generazione per questo genere di verifiche. Saranno valutati i costituenti fisici, chimici e l’eventuale presenza di agenti patogeni e antiparassitari.
L’operazione fa parte delle azioni di controllo che quotidianamente svolge il Noras a tutela della qualità del comparto agroalimentare come previsto dalla normativa europea sulla tracciabilità della merce. I risultati dei controlli verranno monitorati dall’assessorato regionale all’Agricoltura.
Patate senza tracciabilità, sequestrate e smaltite 16 tonnellate nel Messinese
A fine aprile, sono state smaltite 16 tonnellate di patate senza certificazione di provenienza, sequestrate dagli agenti del Noras del Corpo Forestale della Regione Siciliana. Le derrate agricole erano state sottoposte a sequestro amministrativo alla fine di marzo, in occasione di un controllo di routine della filiera agroalimentare, effettuato a Patti, nel Messinese.
Gli alimenti, infatti, erano privi dei documenti che ne attestassero la tracciabilità come previsto dalla specifica normativa europea. Gli agenti hanno così proceduto al sequestro immediato ed elevato una sanzione di 1.500 euro al possessore dei tuberi.
Lo smaltimento è stato disposto dal dipartimento regionale delle Attività produttive, autorità amministrativa che svolge le funzioni di organo di garanzia nei confronti dei provvedimenti di sequestro cautelare, che ha rigettato il ricorso del commerciante.
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