Dai dati pubblicati dall’indagine mensile sulla produzione industriale del centro studi di Confindustria, emerge che i vari fattori che hanno inciso sulle attività produttive hanno reso “lo scenario peggiore possibile, facendo avvitare l’economia italiana in una recessione che sarà profonda e la cui durata dipenderà dai tempi di uscita dall’emergenza”. Secondo le stime, la pandemia di Sars-Cov-2 fa calare la produzione di marzo del -16,6% e quella del primo trimestre del -5,4% e la situazione sembra non voler migliorare.

 

Come si apprende dal rapporto stilato da Confindustria, un calo mensile del genere non si registrava dal 1978. Per quanto riguarda la discesa trimestrale, “la produzione industriale nel primo trimestre 2020 è attesa diminuire del 5,4%, il calo maggiore da undici anni”. Gli analisti stimano, per quanto concerne le aspettative nel secondo semestre dell’anno, che “la variazione acquisita nel secondo è di -12,5% e la caduta dell’attività potrebbe raggiungere almeno il 15%”.

 

Secondo Confindustria, le misure di contenimento del coronavirus “hanno determinato un doppio shock negativo: dal lato della domanda, con il rinvio delle decisioni di spesa dei consumatori, la chiusura di numerose attività commerciali e l’azzeramento dei flussi turistici; dal lato dell’offerta, con il blocco di numerose attività produttive, sia per decreto sia per consentire la sanificazione dei luoghi di lavoro delle imprese funzionanti”. L’associazione degli industriali ricorda che è necessario, per non peggiorare ulteriormente la situazione, non ritardare più le misure di sostegno ad imprese e lavoratori.