Il Portogallo sembra riuscito a limitare i danni del Covid-19, molto meglio di altri Stati europei, nonostante le premesse non fossero ottime: un alto numero di over 65, un sistema sanitario piegato da anni di austerity, pochi posti in terapia intensiva. Questo per via di vari fattori, primo tra tutti, la tempestività delle misure di contenimento, dove a giocare un ruolo fondamentale è stata la collaborazione dell’opposizione con la maggioranza socialista di Antonio Costa e il rispetto delle restrizioni da parte della popolazione.

 

I casi di coronavirus in Portogallo sono meno di 20mila con un totale di 657 morti, numero molto inferiore rispetto a quello degli altri Paesi. I media locali spiegano che la curva è già in discesa e la popolazione, anche se preoccupata per le inevitabili conseguenze economiche, sembra reggere. Tutto ciò è stato reso possibile dalla prudenza e dalla rapidità dimostrata dal governo Costa. I primi casi di Covid-19 in Portogallo sono stati registrati il 2 marzo. 17 giorni dopo, quando i positivi erano 642 e c’erano stati due decessi, è arrivata la dichiarazione dello stato d’emergenza. Qualche giorno prima, quando i positivi non erano ancora 250, erano state chiuse scuole, università.

 

Il lockdown nel Paese non è rigido come in Spagna e in Italia: sono chiusi i luoghi di ritrovo, i bar, mentre i cantieri e le fabbriche sono sempre rimasti aperti. La popolazione però, ha risposto bene all’invito a restare a casa ed evitare di correre rischi, complice la consapevolezza delle difficoltà della sanità locale. Inoltre, nel corso dell’emergenza sono state resettate le tensioni politiche. L’opposizione ha offerto alla maggioranza la massima collaborazione per fronteggiare la crisi, augurando al premier Costa “coraggio, nervi d’acciaio e buona fortuna”.