SCUOLA – Nel primo pomeriggio di oggi, alle 15:30 c’è stata la protesta a distanza da Torino a Trapani per richiedere le lezioni scolastiche in presenza, continuità e sicurezza. “Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza” – con questo slogan di Antonio Gramsci i genitori si mobilitano per chiedere la riapertura delle scuole nel mese di settembre.

 

Niente cortei, ma piazze con numeri di persone basso, con mascherine e mantenendo la distanza di sicurezza. La protesta si è fatta sentire in modo forte comunque. La scuola deve ripartire in presenza, continuità e sicurezza. Su questo vanno concentrati gli investimenti. Se oggi il distanziamento è la misura di prevenzione più efficace, allora ci vogliono più scuole, più spazi consegnati a studenti e docenti anche per l’educazione all’aperto, più insegnanti e personale Ata” – scrivono i promotori dell’iniziativa.

 

Dopo un intero quadrimestre imposto con lezioni a distanza i genitori tuonano: “La scuola esiste se è in presenza, perché non è possibile svuotare la funzione educativa della scuola della componente della socializzazione, dello sviluppo delle relazioni e dell’autonomia, della convivenza, confronto e condivisione con altri in uno spazio pubblico, di cui si è allo stesso tempo fruitori e custodi. Con lo sforzo di insegnanti, studenti e genitori la didattica a distanza ha permesso di tenere in piedi una parvenza di anno scolastico. Ma i suoi limiti sono sotto gli occhi di tutti, approfondisce le disuguaglianze già abissali e toglie ogni argine alla dispersione scolastica”.

 

Tutti i precursori del movimento tra cui anche gli insegnanti non vogliono la ripartenza con le classi metà in aula originale e metà in aula virtuale, temono i turni e le soluzioni fai da te: “A settembre, non intendiamo assistere all’avvio di una sperimentazione, con ibridi e turni. Vogliamo che parta un anno scolastico con una scuola potenziata e migliorata in tutti i suoi ordini e gradi, dai nidi alle superiori, in presenza e in sicurezza. Per questo facciamo sentire la nostra voce reinaugurando anche un altro diritto costituzionale sospeso per mesi (quello di manifestare), e continueremo a farlo finché necessario”.