PALERMO (ITALPRESS) – La “Fondazione Sebastiano Tusa” ha presentato il numero 112 della rivista “Sicilia Archeologica”, a Palazzo Chiaramonte – Steri, a Palermo, con la partecipazione dell’Università del capoluogo siciliano, delle Istituzioni politiche regionali e locali, e di studiosi di fama internazionale.
La rivista, nata da un’idea del Professore Vincenzo Tusa, che l’aveva fondata con la collaborazione della Provincia di Trapani nel 1968; oggi è stampata e distribuita da L’Erma di Bretschneider ed esce dopo tre anni dalla tragica scomparsa di Sebastiano Tusa, suo direttore e cuore pulsante, ad un anno dalla scomparsa di Giovanni Ingoglia che ne aveva curato, da giornalista, la realizzazione negli ultimi 20 anni e ne aveva fortemente sostenuto la ripresa dopo la morte dell’amico Sebastiano.
“L’editore della rivista era l’ente Provinciale per il Turismo di Trapani; Vincenzo Tusa, allora Soprintendente della Sicilia Occidentale, era il direttore responsabile, e pensò alla creazione di una rivista come strumento per comunicare al mondo intero tutti gli eventi legati all’archeologia. Pietro Vento ne era il curatore. – racconta Valeria Li Vigni Tusa, presidente della Fondazione Sebastiano Tusa – Purtroppo la rivista subì un arresto e fu grazie alla tenacia, alla perseveranza e all’amore di Sebastiano per la divulgazione e la conoscenza scientifica del nostro patrimonio, anche al di fuori dei confini nazionali, che nel 2010 ne riavvia la stampa, fermamente convinto dell’alto valore scientifico e della forza della rivista, mantenendone lo stesso titolo. Indispensabile fu l’aiuto di Giovanni Ingoglia che lottava tenacemente a fianco di Sebastiano. La rivista fu affidata all’Associazione creata da Sebastiano a Partanna, ‘Prima Archeologia del Mediterraneò, che aveva lo scopo di riportare alla luce le testimonianze scoperte”.
“Questo numero che oggi presentiamo rappresenta per noi un motivo di orgoglio, creando grande entusiasmo del mondo scientifico, ma anche dei giovani archeologi, importante per veicolare le informazioni di tutto quello che avviene in Sicilia. Questo numero lo abbiamo lasciato così come era, – sottolinea la presidente della fondazione – mantenendo le funzioni del Comitato Tecnico Scientifico, la struttura e i testi che aveva selezionato Sebastiano, perchè aveva deciso che questa rivista doveva aprirsi ai giovani, agli appassionati, sempre convinto che le future generazioni vanno stimolate a trarre spunto dal passato per costruire un futuro migliore. Abbiamo voluto mantenere i contributi a lui pervenuti, quasi a documentare e rendere vivo l’ultimo atto di Sebastiano nella sua funzione di direttore responsabile della rivista”.
“Il prossimo numero – conclude Valeria Li Vigni Tusa, direttore responsabile di Sicilia Archeologica – rappresenterà il nostro cammino sulle orme di Sebastiano, che mirava ad una politica mediterranea, promotore di una normativa nel campo del recupero dei beni sommersi, che guarda non solo alla Sicilia ma anche ai rapporti internazionali come quelli con i popoli transfrontalieri del Nord Africa, valorizzando questo grande museo che è il Mediterraneo, e poi uno sviluppo dei suoi progetti sempre più innovativi con un impegno costante anche grazie all’editore Roberto Marcucci, figura storica e garanzia per il buon proseguimento della rivista”.
“La capacità di Sebastiano Tusa di leggere e fare conoscere il passato era a dir poco unica – commenta il Rettore dell’Università di Palermo, prof. Massimo Midiri – La sua grande professionalità, il fervido entusiasmo con cui ha guidato una moltitudine di missioni archeologiche, di scavi e di interventi di tutela sono universalmente noti. Enorme è il contributo che ci ha lasciato per la diffusione della cultura e del patrimonio storico e artistico della Sicilia”.
“La presentazione di questo numero di Sicilia Archeologica che avviene oggi allo Steri è un modo per ricordare la sua attività di studioso di fama internazionale, di eccellente ricercatore per anni docente del nostro Ateneo e rappresenta soprattutto non solo un atto doveroso per celebrare la sua memoria partendo dalla sua Opera, ma un’occasione di arricchimento culturale ed umano per tutti noi” ha concluso.
Pubblicare l’ultimo numero di Sicilia Archeologica per come era stato impostato da Sebastiano Tusa – afferma l’Assessore Regionale dei Beni Cultuali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà – è per noi una testimonianza preziosa, che oggi ha il significato non soltanto di ricordarne la memoria ma di fare il punto sullo stato dell’archeologia nella nostra Isola. Ritengo che per guardare al futuro sia imprescindibile riferirci alle nostre radici, alla nostra storia, alla nostra identità: per questo, l’archeologia ci consente, attraverso, la ricerca e lo studio, di poter rafforzare un progetto culturale per la Sicilia che vuole costruire una solida politica di sviluppo.
“Il Libero Consorzio Comunale di Trapani – dichiara Raimondo Cerami, Commissario straordinario – è onorato di riportare in vita una rivista storica e prestigiosa come ‘Sicilia Archeologicà che è stata ferma per lungo tempo. Grazie all’impegno della dottoressa Li Vigni ora rivive e si propone per un futuro ancora denso di aspettative e di risultati”.
“Siamo stati ben lieti di accogliere a Partanna una sede della Fondazione Sebastiano Tusa – dice Nicolò Catania, sindaco della cittadina trapanese – consapevoli del fatto che per Sebastiano rappresentava il luogo dove ritirarsi, riflettere e studiare. Il suo ricordo continua ad essere fondamentale per la nostra comunità. La sede che abbiamo voluto assegnare alla Fondazione Sebastiano Tusa è una conseguenza naturale per chi ha ricevuto la cittadinanza onoraria e testimonia l’affetto nei suoi confronti: vogliamo contribuire a portare avanti le idee e i progetti di Sebastiano e la rivista rappresenta il frutto di una antica collaborazione che rimane costante nel tempo. La Fondazione Sebastiano Tusa, tra gli innumerevoli progetti, vuole riprendere la stagione degli scavi, con il supporto del Comune di Partanna, coinvolgendo le scuole e le Università che apportano un contributo scientifico, ma anche materiale al lavoro da svolgere”.
“Per i beni culturali è fondamentale questa giornata- afferma Calogero Franco Fazio, dirigente generale del Dipartimento BBCC e IS – che si compenetra con la nostra politica di divulgazione del dipartimento dei beni culturali. Divulgare la conoscenza di questi siti è la maniera migliore da un lato per promuoverli dall’altra per diffondere la conoscenza ed attirare visitatori che possano contribuire alla crescita economica, sociale e culturale della nostra Sicilia”.
Mounir Bouchenaki, archeologo algerino di fama internazionale, direttore generale dell’UNESCO per il patrimonio culturale e direttore generale dell’ICCROM, ha così concluso i lavori:
“Sono particolarmente lieto di partecipare alla presentazione di questa rivista che rimette in prima fila l’enorme patrimonio culturale della Sicilia e del Mediterraneo a cui Sebastiano Tusa ha dedicato tutta la vita. Mi onoro, quale componente della Fondazione, di essere stato e di essere vicino a lui e a tutti coloro che ne perpetuano la memoria”.

-foto Ufficio stampa Fondazione Sebastiano Tusa
(ITALPRESS).