PALERMO (ITALPRESS) – Nel corso dell’anno 2022 sono stati depositati 2.146 nuovi ricorsi, in decremento (201 ricorsi, pari a circa -8,5%) rispetto al totale dei depositi dell’anno precedente. Sensibilmente maggiore il decremento dei ricorsi per motivi aggiunti discesi dai 324 dell’anno 2021 ai 185 dell’anno 2022 (pari a circa il 43%). Questo quanto si evince dalla relazione del presidente del Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia, Salvatore Veneziano, pubblicata in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2023. Tra i dati più significativi anche la flessione dei ricorsi in materia di edilizia (-164), di autorizzazioni e concessioni (-35), di armi (-33) e di informative antimafia (-12) solo parzialmente bilanciata dall’incremento dei ricorsi in materia di sanità pubblica (+89), professioni e mestieri (+42) ed espropriazioni (+14). Per quanto riguarda i riti processuali si evidenzia un decremento dei ricorsi trattati con il rito accelerato per appalti (-44), con il rito dell’ottemperanza (-184) e con il rito dell’accesso (-18) ed un aumento dei ricorsi trattati con il rito del silenzio (+32) e con il rito elettorale (+21).
“La percezione dello stato dell’amministrazione siciliana e della sua presumibile capacità di rispondere alle sollecitazioni derivanti dall’attuazione nella Regione dei programmi di investimento oggetto, tra l’altro, del PNRR, è tutt’altro che positiva”. Così il presidente del Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia, Salvatore Veneziano, nella sua relazione pubblicata in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2023. “Tale giudizio discende non solo dal generico rilievo – già svolto l’anno scorso, ma ribadito anche quest’anno – di una perdurante, oggettiva, criticità nei rapporti tra cittadini ed amministrazioni denotanti un elevato grado di inefficienza della pubblica amministrazione, incapace di onorare oltre che le proprie obbligazioni (ottemperanze), anche gli elementari doveri procedimentali (silenzi e accessi), ma soprattutto dal rilevato calo dei contenziosi in materie che possono denotare lo svolgimento di attività amministrative qualificate, quali le autorizzazioni e concessioni, così come gli appalti”.
“Particolarmente preoccupante appare il decremento (-44) di ricorsi trattati con il rito accelerato per appalti, significativo delle difficoltà di ordine amministrativo di concretizzare le misure di semplificazione e rilancio del settore già adottate proprio allo scopo di contrastare gli effetti economici depressivi della pandemia e finanziate dalle prime risorse accreditate dalla Unione Europea nell’ambito del PNRR; il rilievo negativo del superiore dato appare per altro, come già indicato, amplificato dalla circostanza che un numero non irrilevante di ricorsi proposti nel 2022 riguarda in realtà esiti di vecchie procedure di gara – risalenti anche a tre/cinque anni addietro, prevalentemente nel settore dei grandi appalti sanitari e talvolta gestiti dalla centrale unica regionale – che non hanno trovato adeguata e stabile definizione neppure dopo l’esaurimento del “doppio grado” di una prima fase contenziosa”.
A tale fenomeno si aggiunge “quello – piuttosto ricorrente nel settore della sanità, ma non solo – del ritiro in autotutela dei bandi di gara adottati da Aziende sanitarie o ospedaliere ma anche dalla CUC regionale, anche per importi elevati, a seguito della proposizione di ricorso da parte di operatori del settore che censurano clausole o vizi ritenuti addirittura ostativi alla partecipazione e/o alla utile formulazione in gara di offerte; circostanza che l’amministrazione rinunzi a difendere i propri atti – pur utile ad evitare il contenzioso ed a risparmiare i relativi tempi – denota approssimazione nello svolgimento delle proprie attività nel nevralgico settore della provvista di beni e servizi”.
Veneziano parlando della legislazione siciliana ha spiegato che, a suo avviso, risulta essere di “modesta qualità” e sembra aver “rinunziato a riforme di ampio respiro che possano provocare un qualche benefico shock sulla realtà siciliana per preferire interventi spot frequentemente derogativi della legislazione nazionale e non sempre coerenti con i nuovi, e più stringenti, limiti che la Corte Costituzionale ha progressivamente disegnato intorno alla statutaria competenza legislativa esclusiva”. L’auspicio del numero uno del TAR siciliano è che “il recente insediamento del nuovo Presidente della Regione (Renato Schifani, ndr) – proveniente da una esperienza politica nazionale di altissimo profilo, sino a ricoprire la seconda carica istituzionale della Repubblica – possa contribuire ad imprimere un diverso e ben più ampio orizzonte all’azione legislativa ed amministrativa regionale e da questa – a cascata, in considerazione del peculiare assetto statutario regionale – a tutta l’azione amministrativa della pubbliche amministrazioni siciliane”.
– foto: xd6/Italpress
(ITALPRESS).
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