CATANIA (ITALPRESS) – “Credo sia appropriato ritenere illogico questo processo: dagli atti si evince che la mafia ha votato per altri partiti politici e non per me”, sono le parole, piene di amarezza e rabbia, dell’ex governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo, all’indomani dell’assoluzione dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, perchè il fatto non sussiste, e di reato elettorale aggravato dall’avere favorito la mafia, per non avere commesso il fatto. Tredici anni di “calvario” che hanno segnato profondamente la sua vita e carriera politica: “Si è conclusa una lunga vicenda giudiziaria che mi ha visto protagonista – ha detto Lombardo – esplosa il 29 marzo 2010 prima sulla stampa, che ha raccontato fatti, poi ampiamente dimostrato in sede processuale infondati dal punto di vista penale, e preteso di dettare l’agenda giudiziaria; poi il 29 marzo 2012 con la sentenza del gip che disponeva l’imputazione coatta, che mi ha costretto alle dimissioni da presidente della Regione; anche se in realtà avevo pensato di dimettermi già due anni prima”. Lombardo ha rivelato di non sentirsi “felice” della sentenza della Corte di Cassazione di due giorni fa, ma piuttosto liberato: “Una grande amarezza, nessuna sentenza potrà cancellare quello che ho subito. Ringrazio i miei legali, amici e soprattuto i miei familiari per la sofferenza e dolore che hanno vissuto, soprattutto nella fase iniziale, e mi hanno sempre sostenuto. E grazie alla mia fede, parola non tanto usata oggi”.
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