Quasi tre mesi di spettacoli, oltre 100 attori impegnati e una macchina scenica molto complessa per Euripide e Aristofane quest’anno, dal 9 maggio al 6 luglio, al Teatro Greco di Siracusa, per tre registi alla loro prima volta in quello spazio sacro che incute timore anche ai più grandi teatranti: Muriel Mayette, per “Le troiane”, Davide Livermore per “Elena” e Tullio Solenghi per la commedia “Lisistrata”.

La Mayette, parigina, ha diretto la Comedie Francaise e ha interpretato Antigone, mentre Livermore ha avuto innumerevoli successi nella regia lirica, con una doppia inaugurazione: “Attila”, che ha inaugurato la Scala pochi mesi fa, e “Tosca per il prossimo 7 dicembre. Solenghi dirige Lisistrata, a partire dal 28 giugno, e ha chiesto al traduttore, Giulio Guidorizzi, di considerare i vari dialetti che per la Grecia erano quelli di Atene, Corinto o Sparta, e qui diventano napoletano, siciliano, purissimo toscano.

Per “Le troiane” la scena prevede 200 tronchi provenienti dalla Carnia, è un bosco morto, dopo la tempesta dell’autunno dello scorso anno, mentre per “Elena” Livermore ha fatto riferimento all’acqua, una lama d’acqua che riflette i pensieri di Elena. La moglie di Menelao compare in entrambe le tragedie, ma secondo la buona tradizione sofistica, con giudizi opposti da parte di Euripide. Ne “Le troiane” il giudizio sulla donna di Paride è di assoluta colpevolezza, in “Elena” invece Euripide sostiene che Elena non era fuggita a Troia, causando la guerra, ma il suo eidolon, una sorta di fantasma capace di respirare. In scena Maddalena Crippa (Ecuba), Laura Marinoni per Elena, mentre Elisabetta Pozzi interpreta la celebre Lisistrata, la donna che si allea con tutte le donne greche per mettere fine alla guerra, negando il letto ai rispettivi mariti.