Cresce il fronte del No all’aumento della tassa di soggiorno deciso dal Comune di Siracusa. Dopo Confindustria e l’associazione Noi Albergatori, pure Confcommercio-Federalberghi e Confesercenti, ritengono che sia un provvedimento sbagliato e chiedono un incontro con l’amministrazione al fine di  porre “dei correttivi da mettere subito in campo per non rischiare un effetto boomerang che non farà bene all’immagine della città”.

Cosa è cambiato

Sostanzialmente, non ci sarà più la tariffa fissa calcolata secondo la tipologia di struttura. Per gli alberghi ad una o 2 stelle è di un euro; 1,50 per alberghi a 3 stelle; 2 euro per 4 stelle; 3 euro per 5 stelle. Per le case vacanza da uno ad un 1,50, per i  B&B da 1 a 2 euro. Se il soggiorno fosse di sette giorni, si pagherebbe solo per 4 giorni. Ci sarà una aliquota pari al 4%, calcolata sul prezzo della camera.

“Inciderà sulle prenotazioni”

Secondo Confcommercio-Federalberghi e Confesercenti, “questa manovra avrà necessariamente un impatto sulle prenotazioni degli alberghi, rischiando di esporre gli operatori a pessime figure con i clienti e obbligandoli a
richiedere interventi rapidi sui sistemi operativi che regolano le prenotazioni”.

La gestione dei software

E poi c’è anche un altro problema, tutt’altro che trascurabile. Il ricalcolo delle tariffe su piattaforme, come Booking ad esempio, che utilizzano sistemi automatizzati. “Ormai con le tariffe smart che più o meno tutti gli operatori del settore applicano, gestite dai  software di intelligenza artificiale, calcolare di volta in volta l’importo della tassa diventa un onere in più per il gestore”.

Le difficoltà per gli operatori

Per cui, nella tesi degli oppositori all’aumento della tassa di soggiorno, “la scelta del Comune di Siracusa si scontra con un mondo dell’ospitalità che progredisce e mette a disposizione degli operatori sempre più strumenti di facilitazione dei compiti e degli adempimenti”.

Insomma, “l’aumento della tassa di soggiorno con il sistema delle percentuali deliberato dall’amministrazione Comunale, senza alcuna concertazione o avviso preventivo di questa metodologia di calcolo agli operatori del settore è contro ogni regola di buon senso” concludono i vertici delle due associazioni.