Per Legambiente Siracusa le nuove norme sulle concessioni demaniali per gli stabilimenti cambiano poco. “Magari ci saranno gestori  nuovi con le gare ma l’occupazione della superfice delle spiagge da parte dei privati resta la stessa” dice Paolo Tuttoilmondo, esponente storico di Legambiente, per cui  la riforma prevista dal Governo nazionale non sposta molto la possibilità per gli utenti di utilizzare spazi pubblici ceduti ai titolari di lidi.

“In Sicilia concessioni senza limiti”

“La Sicilia non ha limiti – spiega all’AGI Paolo Tuttoilmondo-  per le spiagge in concessione, ma ha affidato quasi 200 nuove autorizzazioni per stabilimenti balneari negli ultimi 2 anni e mezzo, oltre a 61 concessioni per campeggi, circoli sportivi e complessi turistici”.

Il report di Legambiente

Legambiente Sicilia ha presentato una memoria al Consiglio dei Ministri ed alla Commissione Europea per chiedere l’impugnativa dell’articolo 2 della legge regionale n. 32 approvata dall’Assemblea regionale siciliana il 16 dicembre 2020 che prevede di rilasciare nuove concessioni demaniali marittime nelle more dell’approvazione dei Piani di Utilizzo del Demanio Marittimo (PUDM) da parte della Regione.

I danni dei Comuni

Secondo l’esponente di Legambiente, in questo modo i Comuni hanno avuto carta bianca con il rischio di “gravi alterazioni ambientali in quanto i piani proposti dai Comuni ed ancora non approvati definitivamente dalla Regione possono contenere previsioni in contrasto con le norme di tutela ed essere profondamente modificati nella fase successiva di approvazione”

“Legambiente chiede la moratoria – spiega Paolo Tuttoilmondo – delle nuove concessioni demaniali marittime in assenza dei Piani ed inoltre il commissariamento di tutti i comuni costieri che non hanno ancora adottato i PUDM che si sarebbero dovuti redigere da oltre 15 anni ai sensi della legge regionale 15 del 2005”.

Rischio alterazioni coste

Per Legambiente il rischio di una alterazione delle spiagge e della coste è ormai elevatissimo.

“I litorali sono dei delicati ecosistemi naturali – dice Paolo Tuttoilmondo, esponente di Legambiente –  e non il semplice substrato fisico su cui realizzare strutture di ogni tipo e che le spiagge vanno considerate come beni comuni, da gestire in modo ambientalmente sostenibile e da tutelare nell’interesse di tutta la collettività, sottraendole alle forme di aggressione di cui sono un esempio centinaia strutture balneari private”.

La situazione a Siracusa

In merito alla situazione a Siracusa, città che attorno al mare ha costruito la sua storia e la sua vocazione turistica, la situazione non è delle più semplici, considerato che sulle spiagge sorgono molti stabilimenti balneari.

La dissennata espansione urbanistica – dice l’esponente di Legambiente – e le attività industriali oltre a compromettere quasi irrimediabilmente le risorse ambientali, alla lunga hanno finito per limitare sempre di più la stessa possibilità di fruizione del mare da parte dei siracusani. A ciò bisogna aggiungere i sempre più vasti tratti di costa interdetti alla balneazione per ragioni geomorfologiche, ampli tratti lungo la penisola Maddalena e a Fontane Bianche, per legge aree portuali”.

Non c’è un piano spiagge

Inoltre, Siracusa non ha ancora il Piano spiagge. “Era stata redatta una bozza – dice all’AGI Paolo Tuttoilmondo –  dall’amministrazione precedente  che si limitava a compiere una ricognizione dello stato della costa, senza prevedere né misure di tutela né di salvaguardia per la pubblica fruizione del litorale. In ogni caso se ne sono perse le tracce”.

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