“La Corte di Cassazione ha disposto, in via definitiva, la restituzione delle somme che erano state sequestrate dal Tribunale di Siracusa”. Lo afferma, a BlogSicilia, il sindaco di Noto, Corrado Bonfanti, in merito al procedimento giudiziario sui finanziamenti pubblici, circa 240 mila euro, spesi dall’amministrazione comunale per il servizio di bike sharing.

La vicenda

Nei mesi scorsi, la Procura di Siracusa aveva chiesto ed ottenuto dal Tribunale il sequestro dei conti correnti ma il provvedimento era stato contestato dal Comune della città barocca, che poco dopo il congelamento delle risorse, aveva presentato ricorso. “Attendiamo il dispositivo – spiega a BlogSicilia il sindaco di Noto, Corrado Bonfanti – che potrebbe darci delle ulteriori indicazioni, in ogni caso, ritengo che la Corte suprema abbia visto bene, dando ragione alla nostra ricostruzione, a dispetto di quanto paventato dai magistrati. E’ una sentenza definitiva, inappellabile”.

L’inchiesta

Nell’inchiesta della Procura di Siracusa risultano indagati il sindaco di Noto, Corrado Bonfanti ed ex assessori per fatti risalenti al 2010. I finanziamenti ricevuti dal Comune dal Governo nazionale per il servizio di bike sharing ammontano a circa 240 mila euro ed i fari della magistratura si sono accesi dopo una denuncia  in relazione a delle scadenze nei pagamenti che l’amministrazione non avrebbe rispettato. Circostanza contestata dall’attuale capo dell’amministrazione di Noto.

La posizione del sindaco

“In merito al procedimento giudiziario, non vi è stato ancora alcun rinvio a giudizio, attendiamo ancora l’udienza davanti al gup del Tribunale di Siracusa” spiega il sindaco di Noto, Corrado Bonfanti. Che aggiunge. “Alla luce della sentenza della  Cassazione – dice a BlogSicilia il sindaco di Noto  – il giudice vorrà leggere le motivazioni addotte dalla Suprema Corte, per poi decidere successivamente. Per il momento, mi sento di dire che è stata scritta una bella pagina per il Comune di Noto ed a dirlo non sono certo io ma il pronunciamento dei giudici della Cassazione”.