Il tribunale di Siracusa ha disposto il sequestro dei beni del Comune di Noto su richiesta della Procura di Siracusa che ha in mano un’inchiesta sui finanziamenti pubblici spesi dall’amministrazione per il servizio di bike sharing. Una vicenda che vede come indagato il sindaco della città barocca, Corrado Bonfanti, insieme ad altri ex assessori, “ma si tratta di una faccenda risalente al 2010” spiega a BlogSicilia il primo cittadino di Noto.

I fondi ricevuti dal Comune dal Governo nazionale ammontano a circa 240 mila euro, usati, secondo quanto sostenuto da Bonfanti, per l’appalto ma l’inchiesta della magistratura è nata a seguito di una denuncia  in merito a delle scadenze nei pagamenti che l’amministrazione non avrebbe rispettato. “Tutto si è svolto con regolarità, basti pensare che non è stato certo il Ministero a sollevare la questione. Infatti – spiega il sindaco di Noto – abbiamo lavorato con trasparenza e regolarità visto che il denaro oltre ad essere stato speso è stato rendicontato”.

Ma sul sequestro dei beni dei conti correnti del Comune, l’amministrazione ha deciso di presentare un ricorso in Cassazione. Precedentemente lo aveva fatto la Procura di Siracusa ma i giudici della Suprema Corte avevano annullato il provvedimento con rinvio al Tribunale Penale di Siracusa, in funzione di Giudice di Appello, che ha dato ragione alla Procura. “Abbiamo presentato ricorso in Cassazione – dice il sindaco di Noto, Corrado Bonfanti – e confido nell’esito positivo dell’istanza”.

In mattinata, la questione è stata sollevata dall’ex sindaco di Noto, Raffaele Leone, autore di un post su Facebook in cui imputa a Bonfanti di essersi” fatto anticipare in parte, sempre dal Comune , i soldi per la sua difesa”. Secca la replica dell’attuale primo cittadino. “Quando un amministratore si difende – spiega il sindaco di Noto, Corrado Bonfanti – chiede il gratuito patrocinio all’ente fino a prova di colpevolezza ma in ogni caso sono questioni da riferire in Consiglio comunale”.

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