La Sicilia è ricordata quasi esclusivamente per il mare e le ricadute, in termini turistici, sono per le città costiere. Delle aree interne si sa poco o nulla, la lontananza dai centri nevralgici è pagata a caro prezzo, soprattutto nei servizi, basti pensare alla viabilità, totalmente sfaldata, alla sanità, all’istruzione, per cui, in queste condizioni, e con un’economia prevalentemente rurale e poco innovata, tanta gente è costretta a fuggire dai paesi nativi.
L’analisi dello spopolamento
Il fenomeno si chiama spopolamento ed è galoppante in tutta Italia: secondo un’inchiesta recente de Il Sole 24 il calo dei residenti dai paesi delle aree interne in tutta Italia è del 7,7%. Sono quasi 4mila i comuni italiani a rischio di spopolamento, dove il calo della popolazione viaggia a un passo doppio rispetto alla media nazionale già di per sé preoccupante. Per analizzare il fenomeno e comprendere se ci sono vie di uscite è intervenuto a Talk Sicilia Michelangelo Giansiracusa, sindaco del Comune di Ferla, nella zona montana di Siracusa, coordinatore regionale dell’associazione dei Borghi più belli d’Italia e Capo di gabinetto del Comune di Siracusa.
Un gruppo di studio per trovare una soluzione
“E’ un fenomeno drammatico, direi si tratti di una vera emergenza nazionale. I Comuni – dice Giansiracusa – sotto i 5000 abitanti sono sono intorno a 5700 e sono quasi tutti collocati nelle aree interne del Paese. Ci abitano pochissime persone, perché la stragrande maggioranza dei cittadini vive nelle aree urbanizzate ma le aree intere rappresentano più del 70% del territorio. Come coordinamento dei Borghi più belli della Sicilia proporremo alla politica regionale nazionale una serie di iniziative: un piano che possa dare delle risposte a questo fenomeno e ci avverremo di un Comitato scientifico di cui fanno parte diversi docenti universitari per capire quali soluzioni mettere in campo”
Perché la gente va via?
Senza comprendere le cause del fenomeno è però impossibile trovare le soluzioni. Dunque, c’è la mancanza di servizi tra i fattori scatenanti ma, secondo Giansiracusa, la leva più importante è quella economica. In realtà, sono tutte concause. “Del resto se non c’è lavoro e mancano i servizi, tra cui scuola e sanità, è ovvio che le aree interne corrono verso la desertificazione. Per cui, sulla scorta dell’esperienza nel mio Comune, è fondamentale riaccendere il motore economico”.
La ricetta per uscire dalla crisi
In alcune zone del Siracusano, che comprende altre aree montane, dunque, non solo Ferla, si è creata una filiera legate all’agricoltura, “tra cui aziende agricole, agriturismi, per non parlare degli allevatori che sono ritornati nelle campagne” dice il sindaco di Ferla, che, entra nello specifico. “Per fare degli esempi concreti – spiega il coordinatore regionale dell’associazione dei Borghi più belli d’Italia – nelle nostre zone si sono ritagliati uno spazio importante i produttori di olio di qualità che si sono dotati di una buona rete di commercializzazione”.
La telemedicina per migliorare la sanità
Tornando alla sanità, secondo Giansiracusa la soluzione è quella, sostanzialmente, indicata dal direttore generale dell’Asp di Siracusa, Alessandro Caltagirone, cioè di migliorare l’assistenza domiciliare e così allentare il pressing sugli ospedali, posto che le grandi strutture sanitarie sono lontane dalle aree montane ed interne. La parola d’ordine è la telemedicina in modo che il paziente, in modalità da remoto, possa essere tenuto sotto stretta osservazione sulle cure da seguire. “La telemedicina è una delle possibili soluzioni – dice Giansiracusa – per avvicinare la sanità alle aree interne, d’altra parte, in altri contesti, questa sperimentazione è andata a buon fine per cui insisteremo molto con questa soluzione”.
Viabilità nel caos dopo lo smembramento delle Province
La precarietà della mobilità nelle aree interne, nell’analisi di Giansiracusa ha un colpevole. “La riforma che ha eliminato le Province che ha creato uno sfacelo. Sono saltati gli interventi di manutenzione, per non parlare degli investimenti sulle arterie provinciali che sono poi più di 1600 chilometri nella sola provincia di Siracusa”. Per il sindaco di Ferla, la stagione commissariale è stata penalizzante e guarda con ottimismo il ritorno della politica.
Il caso Ferla
Il sindaco di Ferla, per frenare lo spopolamento, porta ad esempio alcune iniziative concrete che sono state adottate nel suo Comune. “Abbiamo usato delle somme, concesse dallo Stato, ma abbiamo deciso – sostiene Giansiracusa – di destinarle la creazione di nuove imprese all’interno del territorio, invece che orientarle verso altre voci, come la sistemazione del patrimonio culturale tanto per fare un esempio. Grazie a questa misura di 150 mila euro, spalmata in tre anni, abbiamo consentito l’apertura di dieci nuove attività a Ferla che, in una comunità di 2200 abitanti è tanto”. Giansiracusa ritiene che non ci sia un’unica ricetta ma una serie di iniziative tutte connesse, tra cui anche il taglio delle aliquote sui servizi, come i rifiuti.
E’ tra i possibili candidati alla presidenza della Provincia
Giansiracusa è anche tra i possibili candidati alla presidenza della Provincia. In tanti hanno espresso gradimento, tra cui il leader del Mpa, Raffaele Lombardo, il suo amico, Francesco Italia, sindaco di Siracusa, e poi Luca Cannata, deputato nazionale di FdI.






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