“Aumentare i prezzi per i consumatori ha poco senso ma ci sarà una riduzione del personale che creerà un problema di ordine sociale”. Lo afferma a BlogSicilia un imprenditore siracusano nel settore del turismo e della ristorazione, Alessandro Spadaro, che ha preso parte alla manifestazione in Largo XXV Luglio, in Ortigia, a Siracusa, contro il caro bollette, organizzata dalle associazioni dei commercianti, delle imprese e degli artigiani.
“Aiutare le aziende”
“Abbiamo, però, un problema di gestione del personale, perché la coperta – assicura Spadaro – è davvero corta. Il Governo nazionale e le istituzioni devono aiutare le aziende, non solo da un punto di vista economico ma strutturale, favorendo la limitazioni delle spese energetiche ed il fotovoltaico, specie in Sicilia, potrebbe essere una buona soluzione”.
“La sensazione è che questa vicenda sia frutto di una bolla speculativa senza precedenti – dice Alessandro Spadaro, imprenditore siracusano – che tende alla distruzione dell’impresa. Quando le spese legate all’energia sono triplicate o quadruplicate è chiaro che non c’è alcun piano economico in grado di reggere a questo tsunami. Questo incide sull’utente finale, sul quale non si possono scaricare integralmente i costi energetici, per cui non non hanno senso i prezzi smisurati sui prodotti, sarebbe come un cane che si morde la coda.”
Sos delle imprese
Le associazioni delle imprese sono fortemente preoccupate per il futuro dell’economia.
“Il tempo è scaduto, siamo alla fine di un percorso durato un anno al termine – dice Alessandro Schembari, presidente di Confcooperative Siracusa – del quale non si è fatto nulla per sostenere le imprese e le famiglie. Abbiamo necessità di farci sentire per dimostrare che oltre ai dei numeri ci sono delle persone, gli sforzi ed i sacrifici di tanta gente che, ogni mattina, si reca al lavoro, alzando la saracinesca della propria attività, per garantire un futuro ai propri figli”
“Non vogliamo finire sulle statistiche di imprese chiuse o fallite per colpe che non abbiamo. Siamo pronti a fronteggiare i problemi connessi all’economia reale ma non finanziaria: devono darci la possibilità di proseguire il nostro lavoro che contribuisce alla ricchezza del paese”.
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