Sta scatenando polemiche lo sfregio alla scalinata della Cattedrale di Noto ed allo stesso tempo riesplode il tema di organizzare i concerti in luoghi più adatti ad ospitare concerti rock e pop.

“Lo sfregio alla scalinata della Cattedrale di Noto sarebbe stato causato da un grosso veicolo che, essendo lo spazio in gran parte occupato dal palco del concerto di Levante, aveva pochi margini per fare manovra” Lo spiega Italia Nostra, che torna ad accusare l’utilizzo dei beni culturali per i concerti di massa.

Il no di Italia Nostra ai concerti nei luoghi fragili

“In Sicilia, fino a qualche, anno fa, i concerti pop e rock avevano luogo negli stadi o nei palazzetti dello sport. Adesso, i concerti pop e rock hanno luogo incredibilmente nei luoghi, negli spazi suggestivi e fragili della Cultura”, scrive il presidente del ramo siciliano dell’associazione, Leandro Janni. “Luoghi, spazi che andrebbero tutelati, salvaguardati e invece sono presi d’assalto da orde di consumatori di tal genere di spettacoli – in nome di una scriteriata idea di ‘valorizzazione’. Tra i casi eclatanti di questa deriva culturale, di questo assalto al Patrimonio, ricordiamo il caso del Teatro Greco di Siracusa (patrimonio Unesco), della Riserva Naturale Orientata Laghetti di Marinello, del Parco Archeologico di Selinunte e, cronaca ultima, di Noto (patrimonio Unesco): qui, a seguito dell’ultimo concerto-spettacolo, sono stati danneggiati alcuni gradini del monumentale scalone di accesso alla Cattedrale di San Nicolò”.

La gestione dei siti

“Ormai è chiaro – prosgue Janni – chiarissimo: in Sicilia ci troviamo in una pericolosa situazione di caos gestionale del Patrimonio storico, monumentale e naturale. Ed è altrettanto evidente che alla base della controversa, malsana gestione della cultura, del paesaggio, vi sia l’idea che i riti consumistici del turismo di massa debbano prevalere sulla tutela dei beni culturali e ambientali, nonostante i principi e i dettami della Costituzione,  del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio e le  leggi che tali principi e dettami hanno codificato”.

Italia Nostra ritiene “assolutamente esiziale tale modello culturale, che si è ormai imposto nell’Isola, e ne richiede con forza il ripensamento. Modello imposto e condiviso dalle diverse Istituzioni pubbliche, a cominciare dalla Regione Siciliana. In quanto alle Soprintendenze ai Beni Culturali e Ambientali, registriamo non solo il loro inesorabile indebolimento strutturale, ma anche il prevalere di un atteggiamento di sudditanza nei confronti del potere politico”.