• Sentenza del gup di Siracusa per omicidio stradale
  • Un giovane di 21 anni di Pachino condannato a sei anni di carcere
  • A perdere la vita nello schianto contro un muro il suo migliore amico

E’ stato condannato per omicidio stradale a sei anni di reclusione Francesco Cavarra, 21 anni, pachinese,  alla guida dell’auto che, nel dicembre del 2019, finì contro un muro sulla Provinciale 26 tra Pachino e Rosolini in cui perse  la vita Nino Malandrino, 19 anni, portiere del Rosolini calcio.

La sentenza è stata pronunciata dal giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Siracusa, Tiziana Carrubba, al termine del processo con il rito abbreviato “ma contiamo di leggere le motivazioni tra 90 giorni” afferma a BlogSicilia l’avvocato Andrea Nicastro, difensore dell’imputato insieme a Paolo Alessi.

Due promesse del calcio

Quella sera, Francesco Cavarra, Nino Malandrino ed un loro amico avevano deciso di trascorrere una serata insieme. Erano tutti calciatori, Francesco e Nino, erano ritenuti delle vere promesse: giocavano entrambi nel Rosolini, nel campionato di Eccellenza mentre il primo era un centrocampista, la vittima era un portiere. Molto apprezzati dall’allenatore e dal presidente della squadra granata che preconizzavano un futuro tra i professionisti per quei due ragazzi. Sembravano inseparabili, nei loro occhi c’era solo spensieratezza e sogni, tra cui quello di pestare l’erba di San Siro o dell’Olimpico.

La fine dei sogni

Lo schianto contro quel muro ha segnato per sempre i destini di Francesco e Nino. L’imputato, da allora, ha smesso di giocare, il pensiero dell’amico morto non lo ho mai abbandonato e non ha più sentito la voglia di scendere in campo e magari provare a ricominciare. Troppo grande il dolore per la scomparsa di Nino ma a questo si è aggiunto il fardello del procedimento giudiziario.

Avevano bevuto

Prima di salire in macchina e tornarsene a casa, i ragazzi avevano bevuto: così risulta dal test alcolemico su Francesco Cavarra e sull’amico superstite. In più, la velocità, infatti dagli esami compiuti dagli inquirenti la macchina guidata dal 21enne sarebbe andata a velocità sostenuta. Il pm della Procura di Siracusa, al termine della requisitoria, aveva sollecitato una condanna a sette anni di reclusione, la difesa, comunque, ha preannunciato ricorso in Appello.

 

 

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