Altro che intesa con la Lega come affermato ieri da Carlo Auteri, parlamentare regionale della Dc in merito alla definizione del Comitato di Sorveglianza in seno alla nuova società idrica, Aretusacque. Il responsabile dei dipartimenti in Sicilia della Lega, Giovanni Cafeo, ex deputato regionale, all’indomani delle dichiarazioni di Auteri, rilasciate a BlogSicilia, afferma che il suo partito “non ha avuto peso per non avere sindaci in provincia di Siracusa e, pertanto, non ha avuto alcun ruolo, né diretto né indiretto, nella scelta dei membri del Consiglio di Sorveglianza”.
Cafeo, “un errore politico”
Nella sua analisi, Cafeo parla “di una partenza segnata da un grave errore politico: la scelta di un sistema elettorale maggioritario per il Consiglio di Sorveglianza che esclude di fatto qualsiasi forma di rappresentanza per le minoranze”.
“Nessun sindaco – aggiunge Cafeo – a noi vicino ha discusso con i nostri consiglieri i nomi da indicare, né abbiamo partecipato ad alcuna discussione sulla vicenda. Nonostante il nostro sostegno, in occasione delle elezioni provinciali, a un tavolo che includeva diverse forze civiche e partiti, siamo stati tenuti completamente all’oscuro delle decisioni relative alla governance di Aretusacque”.
Non tutti i Comuni rappresentati
“Se fossimo stati interpellati – prosegue l’esponente della Lega – avremmo espresso una posizione chiara. Premesso che il principio di rappresentatività, nell’ambito di una società come quella in esame, è a garanzia degli utenti di tutti i comuni, l’errore tecnico, ma pure politico, è stato proprio l’aver espresso un consiglio eletto a maggioranza. L’applicazione del sistema proporzionale, come peraltro lo Statuto stesso prevede, avrebbe consentito al 100% dei soci pubblici, e quindi a tutti i comuni della provincia, di essere rappresentati”.
Il sistema di voto
L’ex parlamentare regionale spiega che sarebbe stato preferibile un sistema per tutelare tutti i Comuni. “In sostanza, per i blocchi che si sono formati, almeno un componente andava riconosciuto a quel 30% dei soci che è rimasto invece orfano della propria voce e dei propri occhi. Un componente in meno per la maggioranza non avrebbe inciso sulla scelta del presidente, ma avrebbe senza dubbio contribuito a rassicurare tutti. Chi può trovare giusto un metodo simile, che priva intere comunità della possibilità di dire la propria in un servizio essenziale come quello idrico? Un posto in più vale il far nascere la nuova società tra le polemiche e con il sospetto che qualcuno vuole utilizzarlo solo come strumento di lotta politica?”
Carta, “nessuna cricca”
E’ intervenuto anche il deputato regionale del Mpa-Grande Sicilia, Peppe Carta, che replica alle parole veementi del parlamentare nazionale di FdI, Luca Cannata, che, in merito alle scelte per la composizione del Comitato di sorveglianza, ha parlato di cricca. Cannata aveva proposto come candidato l’avvocato Gianluca Rossitto ma la sua opzione non ha trovato alleati tra i sindaci, tra cui quello di FdI, Peppe Di Mare, alla guida di Augusta
“Appare quantomeno singolare che chi invoca la buona educazione istituzionale, adoperi invece termini quali “cricca”, “cortigiano” “piattino in mano”, sfoderando il massimo che il manuale della demagogia offre in questi casi, adombrando persino opacità e inneggiando alla legalità”. “E’ ancora più grave che questo frasario scomposto da saloon sia utilizzato da un Parlamentare Nazionale che dovrebbe, invece, dare l’esempio.”
La difesa di Gennuso
Carta prende le difese anche di Riccardo Gennuso, deputato Ars di Forza Italia, che sul Comitato di Sorveglianza ha avuto una casella, attaccato frontalmente da Cannata. “Indicare l’On. Gennuso “ con il piattino in mano”, offende ma
soprattutto mortifica di fatto quei Sindaci che in piena autonomia hanno scelto di sostenere e condividere la rosa dei candidati risultata poi vincente”.
“Ho l’impressione che se il Kingmaker delle nomine fosse stato Luca Cannata e l’Avv. Rossitto fosse stato nominato in seno al Consiglio di Sorveglianza, forse il Parlamentare Nazionale oggi non userebbe il termine volgare “cricca” e l’Avv. Rossitto non parlerebbe di opacità, legalità e trasparenza, lanciandosi persino “lancia in resta” in sperticati ed imbarazzanti (davvero) elogi verso l’on. Cannata” chiosa Carta.
Cannata, “assemblea dei sindaci come un saloon”
Il parlamentare nazionale di FdI, Luca Cannata, ha replicato a Carta. “Quando l’on. Carta usa l’immagine del saloon per attaccare chi denuncia le forzature istituzionali, non fa che confermare che l’assemblea dei sindaci è stata gestita esattamente così: come un saloon, dove comanda chi ha più forza e numeri, non chi ha più ragione. La parola “cricca” non è un’invenzione nostra: è nei fatti. Parliamo di un blocco di potere chiuso e autoreferenziale che ha blindato tutto – dalla convocazione illegittima alle nomine – escludendo ogni confronto, ogni rispetto per i Comuni che hanno osato dire no. I documenti e i metodi parlano chiaro. Noi contestiamo con fermezza le modalità opache e arroganti con cui si è arrivati alla nomina del Consiglio di Sorveglianza, proprio alla vigilia della firma col socio privato. Un blitz calato dall’alto”.
Siracusa controlla tutto
“Nel giro – aggiunge Cannata – di poche ore si è deciso tutto: consiglio, compensi, assetti strategici. Il tutto con un metodo maggioritario, non proporzionale, che ha di fatto escluso intere comunità. E sì, ci indigniamo. Perché l’acqua è un bene pubblico, di tutti, e non può essere gestita da pochi con logiche da manuale di potere – sottolinea -. La realtà è chiara: il Comune di Siracusa – con il sindaco Italia – detiene la quota percentuale più alta e controlla ogni decisione.






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