Hanno risposto alle domande del gip del Tribunale di Siracusa, rigettando ogni accusa i due consiglieri comunali di Portopalo e l’ex consulente del sindaco arrestati dai carabinieri nell’ambito dell’inchiesta per concussione della Procura di Siracusa.

4 ore di interrogatorio

Gli interrogatori dei consiglieri Corrado Lentinello, Rachele Rocca, e di Antonino Rocca, assistiti dall’avvocato Giuseppe Gurrieri, sono durati oltre 4 ore ma come fa sapere la difesa gli indagati presenteranno una memoria corredata da documenti, tesi a smentire la ricostruzione della pubblica accusa.

Negate pressioni ad imprenditori per avere favori

Hanno negato le presunte pressioni ai danni di alcuni imprenditori, le cui aziende avevano ottenuto dal Comune di Portopalo dei lavori, per ricevere dei favori, tra cui assunzioni di persone vicine agli indagati e soldi.

Documenti, chat e messaggi a sostegno degli indagati

Secondo la tesi dei consiglieri comunali, Lentinello e Rocca, e dell’ex consulente del sindaco, vi sono tra le prove documentali, che saranno sottoposte all’attenzione dell’autorità giudiziaria, chat e messaggi vocali, capaci di smentire la ricostruzione temporale degli episodi a loro contestati. Al termine degli interrogatori di garanzia, i tre indagati sono tornati nelle rispettive abitazione, agli arresti domiciliari, ma la difesa presenterà ricorso al Tribunale del Riesame di Catania per la revoca delle misure cautelari.

L’indagine nel 2020

L’indagine dei carabinieri è partita a settembre 2020 dopo alcune segnalazioni in merito a dei casi che avrebbero viste come vittime degli imprenditori.

Il caso a Priolo

Non è la prima inchiesta per concussione della Procura di Siracusa, infatti nell’ottobre scorso fu arrestato il sindaco di Priolo, Pippo Gianni, accusato di aver esercitato pressioni sulle aziende del Petrolchimico per ottenere assunzioni e commesse.

Gianni ha sempre negato le accuse e poco dopo la misura cautelare venne sospeso dalla carica di primo cittadino per effetto della legge Severino. E’ rimasto agli arresti domiciliari per tre mesi, è tornato in libertà pochi giorni dopo le sue dimissioni da sindaco.