L’edizione numero 41  dell’Infiorata di Noto, in via Nicolaci e il programma della Primavera Barocca 2020 saranno esclusivamente in versione social. L’emergenza Covid19 ha spezzato uno degli appuntamenti più noti della Sicilia, iniziata nel 1980, che ha sempre attirato migliaia di visitatori, provenienti da ogni parte di Italia. ” Attraverso la pagina ufficiale Facebook del Comune di Noto si potranno ammirare gli eventi del cartellone primaverile che avranno nella giornata di sabato 16 maggio l’evento clou” spiegano dal Comune di Noto.

“Vogliamo lanciare un forte messaggio di speranza che ci sostenga nella ripartenza – commenta il sindaco Corrado Bonfanti – nel pieno rispetto delle regole che vietano assembramenti e che impongono ristrettezze. Vogliamo semplicemente comunicare attraverso la nostra manifestazione simbolo, che la Città di Noto è pronta a riprendere il suo percorso, facendo tesoro dei valori riscoperti in questi mesi di emergenza Covid19 e dimostrando quelle capacità che più volte gli hanno permesso di risollevarsi: è successo dopo il terremoto dell’11 gennaio 1693, è successo dopo il crollo della cupola della Cattedrale nel 1996 e succederà, ne sono certo, anche dopo quest’emergenza”.

“Sarà un’Infiorata speciale, vissuta come un momento – spiegano dal Comune di Noto –  propedeutico per l’avvio e il rilancio, in sicurezza, della straordinaria quotidianità netina. Ecco perché la locandina ideata quest’anno riproduce un bozzetto di una delle prime edizioni dell’Infiorata, realizzato dal compianto Carlo La Licata, sempre presente nel cuore dei netini, pittore di alto profilo e pioniere nell’arte di infiorare in virtù della sua sensibilità cromatica, della sua perizia tecnica e del suo incondizionato amore per la nostra terra. Sorprende la pressante attualità del bozzetto dal titolo Il volger del tempo”, che ci richiama direttamente all’azione demolitrice del tempo che tutto sembra travolgere e consegnare all’oblio. Nei giorni del dilagare del Coronavirus, facendo leva sulla virtù creativa e sulla saggezza che i nostri antenati ci hanno trasmesso, si sente forte il dovere morale di non consentire al morbo pandemico di sottrarci la libertà e l’inventiva”.

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