“La proposta purtroppo non risulta fattibile”. Il sindaco di Augusta, Giuseppe Di Mare, esponente di punta di Fratelli d’Italia, dice di no alla proposta del deputato regionale del Mpa, nonché sindaco di Melilli, Giuseppe Carta, di legare la rete fognaria al depuratore Ias di Priolo e rinunciare contestualmente alla realizzazione di un impianto di depurazione ad Augusta, per cui sono stati stanziati circa 60 milioni di euro.
L’Ias senza le aziende del Petrolchimico
L’esponente politico degli autonomisti non vorrebbe lasciare da “solo” l’Ias, che, perderà dei soci importanti, le principali aziende del Petrolchimico, intenzionate a costruirsi una propria struttura di trattamento dei fanghi industriali dopo il terremoto giudiziario con il sequestro dell’impianto, scaturito dall’inchiesta della Procura di Siracusa per disastro ambientale.
Le ragioni del sindaco di Augusta
Il sindaco di Augusta ha argomentato la sua decisione. “La conferenza dei servizi – dice a BlogSicilia il sindaco di Augusta, Giuseppe Di Mare -si è chiusa da poco ed ormai siamo prossimi alla gara qualunque passo indietro in progettazioni o altro non sarebbe giustificabile nei confronti della città che rappresento. La struttura commissariale lavora senza sosta e ormai siamo veramente alla fine di un percorso che merita soluzione”.
Il futuro dell’Ias
Il depuratore Ias, nel prossimo ma imminente futuro, accoglierà solo reflui civili, per il momento dei soli Comuni soci, Priolo e Melilli, ma Carta ha corteggiato il sindaco di Siracusa, che avrebbe dato la sua disponibilità a legare il capoluogo all’Ias e sulla stessa linea ci sarebbero anche i Comuni di Solarino e Floridia.
L’Ati idrico
Peraltro, lo stesso depuratore è ormai entrato nella “famiglia” dell’Ati idrico che, un anno fa, ha optato per la società mista, a maggioranza pubblica, per la gestione su scala provinciale della rete idrica e fognaria. E’ stata bandita la gara, per un importo di circa 1,2 miliardi, per la selezione del socio privato, a cui si è presentata una solo impresa ma sulla vicenda è stato investito il Tar di Catania.
Il caso Augusta e le sanzioni europee
Augusta ha un depuratore mai entrato in funzione, per cui i reflui finiscono in mare. Il Comune, per questa inadempienza, ha subito delle sanzioni europee, derivanti dalla condanna della Corte di giustizia europea nei confronti dell’Italia per il mancato trattamento delle acque reflue urbane.
L’intervento dello Stato
Della questione di Augusta si è così interessato il Commissario straordinario unico per la depurazione e sono stati messi a disposizione circa 50 milioni, che sono diventati 60, come spiegato nel marzo di un anno nel corso di un Consiglio comunale a cui presero parte il sub commissario, Riccardo Costanza, il responsabile unico del procedimento, Valentina Parco, il direttore di esecuzione del contratto, Giuseppe Iannazzo, il rappresentante del gruppo dei progettisti Giangiulio Berardo ed il sindaco Di Mare.
L’aumento dei costi
In quell’occasione, il sub commissario spiegò che fu aumentato il finanziamento, da 50 a 60 milioni, per la lievitazione dei costi dei materiali e che dopo la conferenza dei servizi si sarebbe passati alla gara. E come ha detto oggi il sindaco di Mare, il bando è ormai prossimo.
La ripartizione dei finanziamenti
In quella circostanza, venne anche esposto il piano di ripartizione dei lavori, che non saranno affatto semplici. Come scritto dal sito di Augusta ecostiera.it, tra progettazione o vari oneri le nuove condutture costeranno 32,5 milioni. Ed ancora 1,2 milioni per la stazione di pretrattamento, nominata P zero; 3,1 milioni per il collettore fino a Punta Cugno; 8,4 milioni per il recupero del vetusto impianto di depurazione.
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