• Chiesto il rinvio a giudizio per due custodi accusati di duplice omicidio
  • Sono accusati di aver ucciso a fucilate due catanesi e ferito un terzo
  • Le tre vittime si erano recate in un fondo agricolo di Lentini per rubare arance

La Procura di Siracusa ha chiesto il rinvio a giudizio per Giuseppe Sallemi, 42 anni, e Luciano Giammellaro, 70 anni, i due custodi dei terreni in contrada Xirumi, a Lentini, accusati dell’omicidio di Agatino Saraniti, 19 anni, e Massimo Casella, 47 anni, catanesi.  Spetterà al gup del Tribunale di Siracusa, Francesco Alligo, decidere se mandare a processo i due indagati.

La vicenda

Sallemi e Giammellaro avrebbero aperto il fuoco contro le vittime, tra cui anche Gregorio Signorelli, 37 anni, scampato all’agguato, che si erano recati fin lì per rubare arance. Poche ore dopo il decesso dei due catanesi venne arrestato Sallemi, nei giorni successivi, in carcere finì anche il secondo indagato, grazie alle dichiarazioni di Signorelli, all’epoca ricoverato all’ospedale Cannizzaro di Catania.

Il verbale dell’interrogatorio

“Saremmo potuti scappare – ha detto Signorelli –  ma abbiamo deciso di aspettare” ed “eventualmente sistemare la faccenda”. Secondo Signorelli, l’auto inseguitrice sarebbe stata un fuoristrada. “Ho visto che il mezzo – ha detto il testimone – era guidato da Giuseppe, quello che mi ha sparato”. “Massimo che era in mia compagnia conosceva Giuseppe ed anche la persona che lo accompagnava  e che rispondeva al nome di Luciano. Ricordo infatti che mentre Giuseppe mi puntava il fucile, Massimo chiedeva all’altro, appellandolo con il nome di Luciano, di dire a Giuseppe di mettere via il fucile. Massimo si è fatto riconoscere da Giuseppe chiedendo disperatamente di abbassare il fucile” ma “Giuseppe rispondeva: m’ha unchiato a minchia. Nun m’anteressa, quindi ha esploso un colpo a distanza di 5 o 6 metri verso di me”.

La fuga

Il racconto di Signorelli è arricchito da altri particolari. “Sono scappato verso la sbarra ed ho potuto vedere che Luciano inseguiva Agatino che gridava: me zio perché mi vuoi ammazzare?”  “Ho visto Giuseppe che dopo avermi sparato subito dopo sparava a Massimo prendendolo alla schiena. Vedo Massimo cadere per terra.  Penso che Giuseppe si sia convinto  di avermi ucciso. L’altro Luciano, con i capelli bianchi, insegue Agatino. Gli ha sparato alle spalle”.

Il collegio difensivo delle famiglie delle vittime è composto dagli avvocati Emiliano Bordone, Fabio Presenti, Pierpaolo Montalto e Rossana Scibetta mentre il legale di Gregorio Signorelli è l’avvocato  Paola Lopresti.  Gli indagati sono assistiti dagli avvocati Franco Passasini, Franca Valenti e Giuseppe Ragazzo.

 

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