Mancano poche ore al voto per le amministrative, tanti i dubbi su chi tra gli 8 sindaci candidati potrà spuntarla. L’analisi su quello che potrà accadere l’abbiamo chiesta a Bruno Alicata, già senatore di Forza Italia, che decise, poco prima della tornata elettorale del 25 settembre, di dimettersi dal ruolo di coordinatore provinciale di Forza Italia e di lasciare il partito.

Senatore, manca poco al voto. Ritiene che servirà il ballottaggio o ci sarà margine per un successo al primo turno?

La dispersione del voto, su 25 inusitate liste, faciliterà l’eventualità del ballottaggio, mancando inoltre tra i candidati a Sindaco personalità tali da potere polarizzare l’attenzione della maggioranza degli elettori già al primo turno.

Se dovesse scommettere un euro, quali candidati vedrebbe al ballottaggio?

Il favorito, senza ombra di dubbio, è il candidato della coalizione di Centrodestra, non foss’altro per il numero importante di liste che lo sostengono. Dopodiché, il sindaco uscente dispone di un consuntivo di governo che, agli occhi degli oppositori, potrebbe non essere condiviso, ma non v’è dubbio alcuno che la città sia un cantiere a cielo aperto, con molti lavori pubblici in itinere e finanziamenti spesi, o dilapidati a seconda dei punti di vista, per un’azione amministrativa lunga 10 anni che, per quanto ci riguarda, risulta deficitaria e non ha portato molti benefici dal punto di vista del miglioramento della qualità della vita.

Lontana, quindi, da quella rigenerazione così tanto sbandierata in una città a tratti resa invivibile. Il quotidiano caos della circolazione è sotto gli occhi di tutti,  aggravato da Piste ciclabili realizzate non solo restringendo carreggiate, già di per se’  asfittiche, ma, soprattutto, prima che fossero disponibili servizi di trasporto alternativi; Ortigia inoltre è divenuta un Suq, un Bazar a cielo aperto dove regna sovrana l’anarchia: la vicenda dei Van in Piazza Duomo, senza che alcun vigile o altra autorità preposta ne chieda conto, grida vergogna e da’ la misura del livello di degrado in cui si trova relegata la nostra città. Ed il Sindaco uscente non è immune da responsabilità.

Il Centrodestra, tradizionalmente, forte al primo turno, è diviso. Edy Bandiera ha scelto di andare da solo. Come giudica questa mossa?

Credo che il Centrodestra a Siracusa sia parzialmente diviso perché, come in ogni consesso umano, a volte prevalgono inutili egoismi o deleterie smanie di protagonismo che, in genere, non fanno il bene di una coalizione. Per cui, alla fine è accaduto ciò che non era mai accaduto in trent’anni: che si decidesse, cioè, altrove la candidatura a Sindaco della nostra città, perché il tavolo provinciale di centro destra non è stato in grado di elaborare una decisione condivisa. Poca umiltà dei singoli o mancanza di maturità politica, non è dato sapere.

La scelta, poi, di Edy Bandiera e della sua candidatura non credo sia di disturbo, ma  la scelta consapevole di chi, militando nel partito cui alla fine toccava scegliere, dispone sulla bilancia il peso della sua lunga militanza, della coerenza, della indubbia e collaudata esperienza in ruoli anche alti istituzionali, nonché la sua competenza, non altrimenti paragonabili. Per cui, eventuali operazioni a scavalco, che non abbiano tenuto conto di quanto sopra, secondo Bandiera, immagino possano essere risultati indigesti, anche sul piano dell’orgoglio personale.

Forza Italia, il suo (ex) partito, Fratelli d’Italia, e il Mpa sono partiti la cui leadership non è più a Siracusa. La città ha perso la sua forza trainante, almeno nel Centrodestra, al punto che non vi sono deputati regionali siracusani in questo schieramento. Come mai, secondo lei?

Effettivamente, suona strano che la città capoluogo nello schieramento di Centrodestra non sia riuscita ad esprimere alcun deputato regionale. Però, è accaduto e bisogna prenderne atto. Dopodiché, sono stati più bravi in provincia a costruire negli anni un consenso che potesse competere, fino a superarlo, con quello del capoluogo. Nessuna meraviglia, se penso al meritato ed orgoglioso consenso di cui godeva il sen. Iano Burgaretta che, di certo, si adoperava comunque non solo per la sua Avola. Mi auguro che gli attuali deputati regionali non siano da meno, nel tutelare a Palermo anche gli interessi del capoluogo, ma ne sono pressoché certo. E tuttavia, mal comune mezzo gaudio, perché anche a sinistra non stanno meglio, risultando eletto in quell’area (?) solo l’on. Carlo Gilistro… Chissà, magari la prossima volta le dirigenze politiche della città terranno conto, e ne faranno tesoro, di eventuali errori commessi, anche nella scelta di personale politico non in linea con gli umori dell’elettorato di riferimento.

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