Test rapidi salivari per l’epatite C con l’obiettivo di incentivare i malati ad iniziare la terapia. Si tratta del progetto Hand che è stato al centro di un incontro tenutosi a Siracusa dal titolo “Buone prassi e networking nella gestione dell’epatite C in soggetti con disturbo da addiction, al tempo del Coronavirus”.
“A metà maggio ci sono stati forniti test rapidi salivari di semplicissima esecuzione. Si tratta di ‘bastoncini’, come quello del ghiacciolo per intenderci, che il paziente si passa da solo sulla gengiva, poi glielo facciamo immergere in un reagente e da lì scopriamo la sua positività o meno all’Hcv. Così, saltiamo il passaggio del prelievo ed eseguiamo molti più screening. In questo senso il progetto Hand ci è stato veramente di grandissimo aiuto”. Così la tossicologa Maria Castorina, dirigente medico al Sert di Lentini, intervenuta all’incontro.
I pazienti con epatite C hanno necessità di riprendere al più presto le terapie interrotte a causa dell’emergenza sanitaria legata al Covid19. Ma cosa rischiano? Di questo ha parlato durante il corso il dottor Marco Distefano, dirigente medico della UOC Malattie Infettive – ASP 8 Siracusa. “Il virus C da’ una forma di epatite che spesso decorre in maniera paucisintomatica- ha spiegato- quindi capita di frequente che alcuni pazienti, senza sapere di avere la malattia, si accorgano dell’infezione solo dopo, con una diagnosi troppo tardiva. In ambulatorio mi e’ capitato di vedere per esempio pazienti che avevano già sviluppato tumori del fegato. Solo una diagnosi precoce, allora, consente l’identificazione e il trattamento della malattia, che oggi è possibile con farmaci che non danno effetti collaterali e che in pochissime settimane sono in grado di eradicare il virus”.
Anche Distefano ha poi sottolineato i punti di forza del progetto Hand. “Il primo punto di forza è indubbiamente l’interazione tra persone che lavorano in ambienti diversi- ha commentato- e che sono tutte accomunate tutte dal desiderio di sconfiggere l’epatite C. Abbiamo a disposizione risorse e strumenti molto efficaci. Ma credo che l’elemento in piu’ sia proprio la relazione e il fattore umano, che certamente possono farci vincere insieme questa battaglia”.
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