Il gip del tribunale di Siracusa, Carmen Scapellato, ha emesso 4 ordinanze di arresto per estorsione nei confronti dei netini Simone Manenti, 39 anni, Corrado Rizza, 44 anni, detto Currarino, trasferiti nel carcere di Ragusa, Davide Latino, 33 anni, e Maria Restuccia, 31 anni,  conviventi, entrambi ai domiciliari con braccialetto elettronico.

Le indagini condotte dagli agenti di polizia di Noto e coordinate dalla Procura di Siracusa sono il prosieguo dell’arresto avvenuto nei giorni scorsi a Noto nei confronti di Simone Manenti, bloccato dopo la consegna di 1800 euro da parte della vittima dell’estorsione, un operaio, che messo con le spalle al muro, si era deciso a collaborare. Si è scoperto, grazie alle intercettazioni telefoniche ed ai messaggi su WhatsApp tra i 4 indagato, che quell’uomo era diventato il bancomat della banda: il gruppo, in un mese e mezzo, gli avrebbe spillato 11 mila e 320 euro. Un pagamento sarebbe avvenuto con un bonifico bancario in favore della donna ma sarebbe emerso anche un assegno in favore di Rizza. La vicenda, secondo una prima ricostruzione,  ha avuto inizio nel mese di marzo quando uno degli arrestati, forte della conoscenza dell’operaio, avrebbe chiesto a quest’ultimo delle piccole somme in denaro, fino a 50 euro. Con il passare dei giorni, quelle richieste, condite da minacce, sarebbero state più pressanti ma, a turno, tutti gli altri avrebbero approfittato della vittima. Ad un certo punto, Rizza, dalle informazioni in possesso alle forze dell’ordine, sarebbe sparito dalla circolazione con i soldi in mano, scatenando  la reazione degli altri complici, che si sarebbero messi alla sua ricerca.

A quanto pare, Rizza avrebbe subito una lezione durissima da Manenti e Latino, che lo avrebbero preso a botte, ma dopo quella “spiegazione” il gruppo si sarebbe ricompattato. La momentanea fuga di Rizza sarebbe stata motivata, per gli agenti di polizia al comando del dirigente Paolo Arena, da alcuni suoi debiti legati al commercio di droga. Gli stessi che avrebbe avuto Manenti, il quale avrebbe provato a sua volta a prendere i soldi della vittima, all’insaputa dei complici, ma gli è andata male perché è stato arrestato in flagranza di reato dai poliziotti del commissariato di Noto.  Un episodio che allarme gli altri: Latino avrebbe chiesto alla convivente di cancellare tutti i messaggi e distruggere la scheda telefonica. “……cancella tutte cose e butta pure il telefono…stai capendo? butta lì tutte cose e spezza pure la scheda!…”. Ma ormai, per loro, era solo una questione di tempo.

 

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