Il Consiglio scientifico regionale del Siracusa international Institute for criminal justice and human rights, esprime la sua “piena e convinta solidarietà ai magistrati sottoposti ad incriminazione da parte di un organo giudiziario della Federazione russa.

I magistrati minacciati

Nel mirino di Putin sono finiti il giudice della Corte Penale Internazionale, Rosario S. Aitala ed il procuratore capo della stessa Corte, Khan Karim Asad Ahmad, che, secondo quanto affermato dal Siracusa international Institute non possono essere minacciati di alcuna sanzione per atti del loro ufficio giurisdizionale ed in particolare per aver applicato strumenti del diritto internazionale definiti dallo Statuto della Corte penale internazionale.

La violazione dei diritti umani

“A fronte di gravissime violazioni di diritti umani di soggetti vulnerabili nessuna immunità di soggetti che sono ai vertici della catena di comando può essere riconosciuta. È questo principio a base del moderno diritto penale internazionale che è stato fatto valere dalla Corte Penale Internazionale in relazione ai fatti di deportazione di massa di minori ucraini in Russia dopo l’occupazione militare di parti del territorio ucraino” spiegano dal Consiglio scientifico regionale del Siracusa international Institute.

L’impiego della giustizia penale di uno stato come strumento di ritorsione nei confronti di organi internazionalmente legittimati segna un radicale distacco dal rispetto dei principi del diritto internazionale e dalla libertà e indipendenza della magistratura da altri poteri di uno stato democratico.

Legittimità della Corte penale

Il Consiglio Scientifico Regionale del Siracusa International Institute, centro che da oltre 50 anni a difesa della giustizia penale internazionale come strumento di tutela dei diritti umani in ogni punto del mondo, riafferma dunque la legittimità dell’operato della Corte Penale internazionale e chiede l’immediato ritiro di ogni iniziativa giudiziaria nei confronti dei suoi alti rappresentanti Rosario S. Aitala e Khan Karim Asad Ahmad”.