C’è una guerra dentro la guerra in Ucraina e si combatte sui mercati finanziari: il terreno dello scontro è il prezzo del petrolio. E la prova sta sotto gli occhi di tutti, basta recarsi con l’auto o la moto, in un distributore di carburante per comprendere quanto il conflitto sul greggio stia incidendo pesantemente sulle tasche di tutti.
Le aziende russe colpite
Come mai il prezzo del petrolio sta subendo questa forte oscillazione verso l’alto? Una delle chiavi di lettura la fornisce Livia Gallarati, analista di Energy Aspects, che all’Agi, ha recentemente spiegato che il greggio russo fatica a trovare acquirenti .
Secondo la tesi dell’analista, gli intermediari finanziari, quelli che sostanzialmente controllano il mercato, fanno pochissimi acquisti di petrolio russo, temendo le complicazioni legati alle sanzioni alla Russia
Le difficoltà di Lukoil in Sicilia
La Lukoil, che in Sicilia ha due raffinerie, cuore pulsante del Petrolchimico di Siracusa, continua la sua produzione ma il problema sono gli acquirenti.
“Stiamo tenendo la barra dritta – spiega a BlogSicilia Claudio Geraci, vicedirettore generale di Isab – e contestualmente stiamo tentando di gestire il momento, con tutte le difficoltà che ci sono”.
Le risorse non sono di certo infinite, il board del gruppo Lukoil avrebbe individuato una deadline oltre la quale non è possibile più andare.
Il risiko sul petrolio
Il prezzo del petrolio è, dunque, schizzato e continua salire: nelle ore scorse New York ha chiuso a 114,59 dollari a barile. Di solito, il costo si impenna quando il prodotto scarseggia ma secondo alcuni operatori petroliferi le cose non starebbero esattamente così.
Speculatori in azione
In realtà, alcuni esperti sostengono che di greggio ce ne è a sufficienza ma con la Russia in difficoltà per via delle sanzioni, chi possiede l’oro nero avrebbe deciso di trattenersene una parte piuttosto che metterlo sul mercato.
Insomma, gli speculatori avrebbero intravisto nella guerra in Ucraina una opportunità imperdibile per fare affari, naturalmente a pagarne le conseguenze sono i consumatori, costretti a pagare 2 euro per ogni litro di benzina che entra nel serbatoio del proprio veicolo.
Gli Usa pensano di bandire il petrolio russo
Le cose potrebbero peggiorare dopo che la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, ha spiegato, nel corso di una conferenza stampa, che “l’amministrazione Biden sta considerando un divieto delle importazioni di greggio russo” .
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